Archivi

POZZUOLI (Na). Importante scoperta al Rione Terra.

Cinque stanze al servizio di una domus romana in parte affrescate e datate primo secolo avanti Cristo erano nascoste dietro una porta murata del Seicento, sepolte nelle viscere del Rione Terra: l’eccezionale scoperta durante gli scavi per i lavori dell’ottavo e nono lotto funzionale di ristrutturazione dell’antica rocca puteolana.
Una scoperta giudicata «estremamente interessante e importante» dall’ufficio di Pozzuoli della soprintendenza guidato dall’archeologa Costanza Gialanella, profonda conoscitrice dei segreti del Rione Terra e tra i massimi esperti dell’arte greco-romana nell’area flegrea. Prima di essere ambienti di servizio, come attesta la presenza di pozzi e di vasche in cocciopesto, gli stessi ambienti dovevano avere avuto una funzione residenziale, come testimonia un frustulo di intonaco dipinto.
Da alcune settimane, dopo i lunghi mesi di stop per colpa del blocco dei finanziamenti regionali, sono ripresi i lavori di scavo nel ventre dei palazzi risalenti all’epoca ’500-’600 per ultimarne la fase di ristrutturazione. E nel corso degli interventi nel quadrante occidentale della cosiddetta Insula XVI, verso l’antica darsena dei pescatori, gli archeologi hanno riportato alla luce cinque ambienti domestici finora sconosciuti che risalgono a duemila anni fa. Lo scavo è iniziato seguendo un cunicolo che dall’attuale livello di calpestio stradale scendeva a oltre dieci metri sotto terra, terminando in una cantina con volta a botte. A mani nude e alla luce delle sole fotocellule, operai del Consorzio Rione Terra e tecnici della soprintendenza hanno scavato un varco tra cocci di ceramica e di vasellame di epoca romana frammisto a terriccio. Si sono creati una sorta di percorso e dopo aver completamente ripulito dai preziosi detriti l’ambiente, ampio una ventina di metri quadrati, hanno scoperto lungo le pareti l’opus quasi reticulatum e tracce evidenti di affreschi di epoca imperiale. Nel muro c’era disegnata una porta: sfondando quella fenditura si è aperto un nuovo varco nella storia stratigrafica del Rione Terra. Unicum topografico in cui sono le pietre a raccontare la storia. Si è aperto un affascinante e misterioso intrigo di stanze nelle stanze, collegate tra di loro da piccole aperture. Secondo le prime ricostruzioni storiche, quelle stanze erano ambienti al servizio di una grande domus romana. Poi, in epoca imperiale, ci fu una sorta di cambio di destinazione d’uso: ipotesi suffragata dalle tracce di affreschi. E l’eccezionalità del ritrovamento sta tutto nella «continuità degli ambienti, che dà una visione di insieme che mai c’era stata finora negli scavi sotto i palazzi del Rione Terra».
In pratica un percorso già tracciato duemila anni fa e completo, nel suo opus quasi reticulatum continuo, che ora potrà essere aggiunto al tracciato del percorso archeologico scavato anni fa. E ora non più visitabile. Resta ancora molto da scavare. La scoperta, nascosta sotto una volta rimasta sepolta dal terriccio e dal materiale di risulta della abitazione soprastante realizzata nel periodo della ricostruzione dopo l’eruzione del Monte Nuovo del 1538, è destinata a riscrivere e a impreziosire il già affascinante percorso archeologico ipogeo.
«L’eccezionale scoperta è la conferma che il Rione Terra è un giacimento archeologico immenso – sottolinea il sindaco Vincenzo Figliolia, che ieri ha compiuto un sopralluogo nello scavo – Ora dobbiamo rendere fruibile di nuovo il percorso, attirando turisti e studiosi da tutto il mondo».
Sotto le insulae che fiancheggiano via de Fraja Frangipane, lungo il tracciato di un cardine nel cuore del Rione Terra, sono emersi una serie di ambienti di servizio di una antica domus. Una scoperta importante per lo storico Raffaele Giamminelli, autore di numerosi studi sull’acropoli con l’associazione «Pozzuoli deve vivere». Come giudica questa scoperta? «I lavori di scavo al Rione Terra li considero di fondamentale importanza per la ricostruzione filologica delle sue strutture, che si sono sovrapposte le une alle altre dall’epoca romana fino ai nostri giorni. È una scoperta parziale». In che senso? «Le attività di scavo sono appena iniziate e per avere un quadro archeologico preciso bisogna attendere ulteriori particolari. Ma una cosa è certa: non sarà l’ultima sorpresa che ci riserva il Rione Terra».
Per quale motivo? «Dovunque si scavi sotto l’impianto viario medievale si ritroveranno importanti reperti. L’impianto del Medioevo ricalca fedelmente la struttura topografica del 194 a. C., data della deduzione della colonia di Puteoli da parte di 300 veterani romani. Rileggendo la stratigrafia del Rione, è facile ipotizzare che le strutture moderne poggino su strutture romane, sia di epoca imperiale che repubblicana. Altri reperti interessanti potrebbero trovarsi sotto cardines e decumani, come quelli di via Crocevia, vico Sant’Artema e la stessa via de Fraja Frangipane».

Fonte: Il Mattino, 24 ott 2012

Segnala la tua notizia