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ORVIETO (Tr). La strada romana portava a Orvieto.

Scusatemi, ma ora cosa succederà a questo tratto di strada romana ritrovato? Lo ricoprite? C’è dell’altro qui vicino?”.

Una signora con il vestito a fiori si sporge dalla transenna del cantiere in corso Cavour, di fronte all’ingresso di via Podiani, dove venerdì scorso è spuntato fuori il primo ritrovamento di un tratto di basolato romano durante i lavori in corso sotto il manto stradale.
La signora guarda nella buca e indica al bambino i segni, ancora visibili, dei carri antichi che percorrevano in lungo e in largo la via ai tempi dell’espansione di Roma.
Molti altri passanti si raccolgono intorno alle strisce bianche e rosse che delimitano il cantiere. In basso, tra pietre antiche, tubi delle condotte e asfalto, ci sono tecnici, operai e l’archeologa mandata dalla soprintendenza. Il sole batte con insistenza, ma la curiosità cresce con la temperatura.
Una ragazza in canottiera chiede: “Qualche mese non erano stato ritrovati poco più avanti scheletri umani? C’è forse relazione con la scoperta di oggi?”.

Non c’è che dire veder riemergere il passato emoziona un po’ tutti tanto da generare grande disponibilità da parte degli addetti all’opera a soddisfare le domande della piccola folla che assiste. Luana Cenciaioli, della Soprintendenza archeologica dell’Umbria, è visibilmente soddisfatta dal ritrovamento: con questo piccolo tratto di strada, largo oggi poco più di un metro e mezzo e lungo poco più di quattro, si riesce a testimoniare, senza più alcun dubbio, l’esistenza di una strada romana che partiva da una delle porte della città e si dirigeva lontano, in questo caso correva lungo borgo XX giugno, proseguiva verso Montebello per arrivare fino a Orvieto.
Sei porte – spiega Cenciaioli – delimitavano la città in epoca etrusco romana e da ognuna di queste partiva una strada principale, arterie di collegamento con gli altri centri romani dell’area. Finora se ne conosceva solo l’esistenza ma non vi erano tracce: solo nel ‘65 all’interno della porta di sant’Ercolano era stato rinvenuto un altro tratto di basolato romano ma la sua collocazione all’interno dell’urbe non dimostrava la funzione di importante collegamento con l’esterno oggi invece finalmente provata”.
Non c’è invece alcuna relazione, sempre secondo Cenciaioli,con il ritrovamento di resti di scheletri umani rinvenuti nel maggio scorso sempre durante i lavori in corso Cavour: la datazione infatti risale a epoche diverse.
La Soprintendenza, comunque, preannuncia che ci sarà da seguire attentamente il proseguimento dei lavori soprattutto in relazione all’anfiteatro romano di cui Palazzo Penna racchiude già una significativa testimonianza.
Intanto fra le soluzioni possibili per rendere ora fruibile il tratto di basolato romano si profila l’ipotesi di una segnaletica che documenti dettagliatamente con foto il sito.
Invece l’accesso sarà riservato solo agli addetti attraverso una pozzetto chiuso ermeticamente da una botola di 60 centimetri.
Niente vetri – considera l’architetto Sergio Asfalti responsabile del progetto -, abbiamo visto che si deteriorano e con la pioggia rendono difficile la viabilità


Fonte: Corriere dell’Umbria 02/07/2009
Autore: Sabrina Busiri Vici
Cronologia: Arch. Romana

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