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NAPOLI. Riapre con un nuovo allestimento, la sezione egizia all’archeologico.

Il 7 Ottobre 2016 è programmata la riapertura della sezione Egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), così da ripristinare il suo posto per importanza nell’ambiente Italiano; infatti, la collezione Egizia del MANN, anche se cronologicamente è la più antica d’Europa (nata prima di quelle del Louvre, dei Musei Vaticani, dell’Egizio di Torino), a casa nostra, è seconda solo al Museo Egizio di Torino: 364.297 visitatori nello scorso anno (2015) contro i 773.000 registrati nel capoluogo Piemontese.
Il nucleo predominante dell’esposizione sono i reperti della collezione Borgia. Una collezione che si è andata a formare nella seconda metà del Settencento, grazie al Cardinale Stefano Borgia. Il secondo gruppo di opere di rimarchevole interesse è quello di Giuseppe Picchianti. Uomo di origini Veneta e marito della Contessa Angelica Droso, viaggiò per sei anni (1819 – 1825) alla ricerca di materiali preziosi per i collezionisti. La raccolta, nei mille metri quadrati di esposizione, prevede: mummie (la mummia di una donna vissuta probabilmente a Tebe, tra il 959 e il 924 avanti Cristo, tra la XXI e la XXII Dinastia), canopi (vasi), sarcofagi e svariati oggetti del corredo funebre. Parte delle opere recuperate si trovavano al British Museum, che le acquistò dallo stesso Picchianti, una volta tornato in Italia, mentre un’altra parte fu venduta dalla moglie, dopo la sua morte, al MANN.
Il reperto egizio che approdò per primo al Museo, però, non fa parte di questi nuclei. Si tratta del “Naoforo”, probabilmente ritrovato nel XVI – XVII secolo a Roma, appartenente alla Collezione Farnese. La scultura che raffigura un uomo inginocchiato con le braccia protese e intente a reggere un naos (una cella che ospita l’immagine di una divinità, in questo caso Osiride), risulta essere presente nell’inventario del Museo già dal lontano 1803.
La ristrutturazione e l’allestimento, non solo per la sezione egizia, ma anche per altri reparti, sono costati un milione e duecento mila euro.
“L’apertura delle sale dei Culti orientali,” afferma il direttore Paolo Giulierini, e della sezione Egizia rientra nel progetto “Pompei e l’Egitto” che l’Archeologico ha sviluppato insieme al Museo egizio di Torino, diretto da Christian Greco, e alla Soprintendenza di Pompei, guidata da Massimo Osanna.
Stiamo lavorando a una convenzione su borse di studio, ricerche e restauri con l’Egizio di Torino. Non a caso la nuova sezione costituirà la più importante raccolta del Centro-Sud, elemento catalizzatore di tutte le scuole che vogliono approfondire il tema Egitto senza dover andare a Torino. Anzi, lo stesso Christian Greco ha detto che Napoli costituisce il completamento dell’offerta torinese”.
I visitatori avranno, inoltre, la possibilità di acquistare un catalogo a stampa tematico in base alle sezioni, che è stato edito da Electa. Mentre per i più piccoli sarà disponibile un fumetto che prende il nome dal protagonista: “Nico e l’insolubile problema…egizio”. Un albo a colori scritto e disegnato da Blasco Pisapia, architetto, fumettista e illustratore di origine napoletana. La storia, raccontata da Pisapia, fa risorgere mummie e statue, che aiuteranno Nico, accompagnato dal Fauno danzante di Pompei, nella risoluzione di un problema matematico.

Autore: Lorenzo Maria Lucenti

Fonte: www.quotidianoarte.it, 25 set 2016

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