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MILANO. Scavi M4, tra le scoperte, la prima sepoltura equina e il primo caso di tubercolosi.

cavallo

Sono due i rinvenimenti particolarmente degni di nota portati in dote dagli scavi per la realizzazione della Metropolitana 4, la linea che entro luglio del 2023 dovrà unire l’aeroporto di Linate alla stazione San Cristoforo passando per il centro storico per un totale di 15,2 chilometri di tracciato. Ed entrambi sono emersi in via San Vittore, nel cantiere immediatamente a ridosso del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, di fronte alla basilica di San Vittore al Corpo.
Un’area sulla quale alla fine del IV secolo, ai tempi di Milano capitale dell’Impero, sorgeva un mausoleo. Poi fino al XVI secolo la stessa area fu utilizzata come necropoli. Qui nel sottosuolo è stato rinvenuto il primo scheletro di un malato di tubercolosi ma anche il primo scheletro di un cavallo, la prima sepoltura equina della quale si abbia notizia a Milano.
Nel complesso sono stati recuperati oltre 250 scheletri. «Ggli scheletri sono fondamentali per la ricostruzione della storia di Milano – spiega Cristina Cattaneo, medico legale e direttrice di Labanof, il “Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense” dell’Università degli Studi di Milano –. Alcune scoperte sono estremamente interessanti, come il primo caso di tubercolosi. Abbiamo trovato, infatti, una spina dorsale con le lesioni tipiche della tubercolosi. Nelle fosse comuni abbiamo rinvenuto scheletri con segni di lesioni contusive alla testa e pensiamo si tratti di esecuzioni capitali. Il tutto ci aiuterà a ricostruire la storia perché le ossa a volte raccontano storie diverse dai testi o implementano ciò che i testi magari non dicono». Quindi lo scheletro del cavallo. L’archeologa Giuliana Cuomo, responsabile di cantiere per la Cooperativa Archeologia, sottolinea come sia «il primo caso di sepoltura equina rinvenuta a Milano».
«È un fatto di per sé insolito – spiega la soprintendente Antonella Ranaldi – che incuriosisce e pone degli interrogativi sul perché si trovasse proprio in quest’area dove esistevano delle tombe pregiate. Insieme allo scheletro non abbiamo trovato altro e, quindi, resta l’interrogativo. Se gli hanno dedicato una sepoltura in quest’area sicuramente sarà appartenuto a qualche personaggio importante».
Questa fase di scavi archeologici è terminata. Tutti i ritrovamenti sono stati rimossi dal cantiere, non sono quindi più visibili, per essere catalogati e studiati. Gli scavi in una seconda fase si sposteranno verso la chiesa dove, spiega la soprintendente, «contiamo di trovare l’antica abside della Chiesa di San Vittore al Corpo».

Autore: Giambattista Anastasio

Fonte: www.ilgiorno.it, 10 ago 2019

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