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EGITTO. Trovata la tomba di Nefertiti.

Per Nicholas Reeves la tomba di Tutankhamon appartiene in realtà alla regina, che sarebbe sepolta dietro una porta segreta.
La più grande scoperta archeologica nella storia dell’egittologia potrebbe non essere più quella della tomba di Tutankhamon, ma di un’altra tomba incredibilmente vicina. A pochi metri dal sarcofago del giovane faraone, proprio oltre una parete della sua camera mortuaria, si nasconderebbe la finora introvabile tomba di Nefertiti, la più bella regina dell’antico Egitto.
Lo sostiene Nicholas Reeves, un archeologo britannico che lavora per l’Università dell’Arizona, e la sua tesi è considerata plausibile dal Times, che ne ha dato notizia, e da Joyce Tyldeslay, un egittologo dell’Università di Manchester, intervistato dall’Economist. Ma com’è possibile che una delle più grandi regine egizie si trovi nascosta, quasi come un’intrusa, in una stanza segreta nella tomba di un faraone improvvisamente morto a 18 anni, dopo un regno insignificante? Semplice: il cadavere di troppo in quella tomba – sostiene Reeves – non è quello di Nefertiti, ma è proprio quello di Tutankhamon.
nefertiti 2La tomba KV62 fu scavata da Howard Carter nella Valle dei Re nel 1922 e la scoperta dei tesori che conteneva, ora in mostra al Museo del Cairo, stupì il mondo. Ma Carter si stupì anche per un’altra ragione: la camera funeraria di Tut era assurdamente piccola, quasi interamente occupata da un grande scrigno di legno dorato che ne racchiudeva altri, fino al sarcofago d’oro. Tra la parete anteriore della camera e lo scrigno c’erano appena 60 centimetri e ancora meno, solo 30, dalla parte opposta. Che modo era mai quello di seppellire un faraone? Tutte le altre tombe di re avevano camere funerarie molto più grandi, precedute da anticamere e vestiboli. Quella di Tutankhamon era una cameretta di 25 metri quadri.
Il dottor Reeves sembra avere trovato la soluzione a questo mistero, sul quale finora non si è forse indagato abbastanza. Esaminate centinaia di immagini ad alta risoluzione delle pareti della camera funeraria, l’archeologo ha notato sotto il pigmento degli affreschi alcune impronte ad angolo retto che segnalano la presenza di due porte nascoste, ricoperte da intonaco. Una, collocata ai piedi del sarcofago, si aprirebbe secondo Reeves su un piccolo annesso simile a quello già trovato da Carter sul lato opposto. A fianco del sarcofago si troverebbe invece la porta più importante, quella che condurrebbe alla camera funeraria di Nefertiti. L’affascinante regina, il cui busto custodito a Berlino è assieme alla maschera funeraria di Tutankhamon il reperto più famoso della civiltà egizia, era la sposa preferita del faraone Amenhotep IV della XVIII dinastia. Aveva seguito il marito, la cui inquietante fisionomia ci affascina e ipnotizza da secoli, quando trasferì la capitale da Tebe ad Amarna, abolendo il culto del dio Amon e istituendo una religione monoteista il cui dio era Aton, il disco solare. Gli sposi cambiarono, con la residenza, anche il loro nome: Amenhotep (Pace di Amon) divenne Akhenaton (Utile ad Aton); Nefertiti (La bella che è arrivata) si fece chiamare Nefer-neferu-Aton (Aton è raggiante perché la bella è arrivata).
La regina morì nel 1339 a. C., a 28 anni, lasciando sei figli, ma la storia del breve regno di Amarna a questo punto si confonde. Tutankhamon è sicuramente figlio di Akhenaton, ma non si sa se sua madre sia davvero stata Nefertiti o invece qualche moglie «secondaria» del faraone, come Kiya. Molte tracce sono state cancellate dai successori, che hanno ripristinato il culto di Amon obbligando anche il piccolo Tut a cambiare la desinenza finale del suo nome, che originariamente era Tutankhaton (Immagine vivente di Aton).
Tut divenne faraone a 9 anni nel 1333 a. C. e morì nel 1323, 16 anni dopo Nefertiti. Reeves immagina che tutte le incongruenze e le stranezze della sua tomba potrebbero essere spiegate se dietro alla porta segreta della camera funeraria ci fosse davvero il sarcofago di sua madre. Tut morì all’improvviso a causa di un incidente e sicuramente nessuna tomba era stata ancora preparata per lui. Da qui la necessità di utilizzarne una già esistente, probabilmente quella di un parente stretto. L’originaria anticamera della tomba sarebbe stata così svuotata dagli oggetti che conteneva, confusamente trasferiti assieme al corredo funebre di Tut nella stanza che si trova alla fine del corridoio d’ingresso, e sarebbe diventata la minuscola e appena sufficiente camera funebre del faraone. La contigua camera funebre originaria sarebbe stata chiusa e sigillata, perché di Nefertiti e Akenhaton all’epoca non importava già più nulla a nessuno, e la loro memoria doveva essere cancellata.
Quella che racconta Reeves è una bellissima storia, che come tutte le storie affascinanti contiene fondamenti di verità e lascia nello stesso tempo aperti molti dubbi, il primo dei quali è persino banale: perché Nefertiti sarebbe stata sepolta nella Valle dei Re e non in quella delle Regine? Per scoprire la verità c’è una sola cosa da fare: abbattere quella porta nascosta dagli affreschi. Ma potrebbero passare altri millenni prima che qualcuno, al Cairo, trovi il coraggio di permettere a chiunque di farlo.

Autore: Vittorio Sabadin

Fonte: La Stampa, 12 ago 2015

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