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EGITTO. 59 sarcofagi intatti portati alla luce.

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Solo qualche settimana fa dall’Egitto giungeva la notizia della scoperta di tredici sarcofagi intatti risalenti a 2500 anni fa, rinvenuti all’interno di un pozzo funerario nella necropoli di Saqqara. In quel frangente gli archeologi responsabili della scoperta avevano affermato di aspettarsi altre sorprese, e nei giorni scorsi, i loro sospetti sono stati confermati: le autorità egiziane hanno annunciato il ritrovamento di altri sarcofagi, raggiungendo un totale di 59 bare.
«All’inizio è stato individuato un pozzo di circa 11 metri di profondità, al cui interno sono state rinvenute 13 bare impilate l’una sull’altra e risalenti a 2600 anni fa. La settimana dopo gli archeologi hanno scoperto una seconda camera con 14 bare, arrivando a 27, fino alla scoperta del terzo pozzo che ha portato a un totale di 59 sarcofagi», ha spiegato il ministro del turismo e delle antichità egiziane Khaled Al-Anani.
Le bare di legno dipinto si sono conservate in ottimo stato e sono ancora tutte sigillate, quindi ognuna di esse al suo interno custodisce una mummia.
sarcofagi«Questa scoperta farà il giro del mondo perché è il più importante ritrovamento avvenuto in Egitto nel 2020», afferma Zahi Hawass, il famoso egittologo. «Non posso descrivere il momento, la passione che vivi quando scopri una mummia che è stata sepolta per migliaia di anni. Ho sempre detto che non si può immaginare che cosa nascondono le sabbie dell’Egitto», continua.
Il passato tre ottobre, davanti a diversi membri del corpo diplomatico egiziano e a decine di mezzi di comunicazione, il Ministero del turismo e delle antichità egizie ha tenuto una conferenza stampa durante la quale sono stati esposti quaranta dei 59 sarcofagi rinvenuti. Erano presenti, tra le altre autorità, il segretario generale del Consiglio Superiore delle Antichità Mustafa Waziri, il ministro del turismo e delle antichità egiziane Khaled Al-Anani e il famoso egittologo Zahi Hawass. «Considero questo avvenimento come il primo passo di una grande scoperta», ha dichiarato il ministro, lasciando intendere che c’è ancora un numero sconosciuto di sarcofagi ancora da portare alla luce nella zona.
I sarcofagi rinvenuti fino ad ora risalgono al Periodo tardo (664 – 332 a.C.), e più precisamente alla XXVI dinastia (664-525 a.C.), l’ultima dinastia autoctona prima che avesse luogo la conquista persiana dell’Egitto ad opera del re Cambise.
Durante la cerimonia di presentazione Waziri e Hawass hanno aperto, davanti agli occhi stupefatti dei presenti, due dei sarcofagi rinvenuti. Al loro interno giacevano due mummie intatte, coperte di bende di lino e ornamenti dorati.
Secondo Waziri le mummie appartenevano ad alti sacerdoti della dea gatta Bastet (a Saqqara nel corso degli anni sono state localizzate diverse mummie di felini, animali sacri della dea), e ad alti ufficiali egizi che vivevano a Menfi, l’antica capitale. «Qui non ci sono solo mummie di gatti; parliamo degli accoliti di Bastet e rinvenire un numero così grande di mummie umane significa che questa divinità venne adorata per molti secoli». Il ritrovamento, già di per sé straordinario, assume una rilevanza ancora maggiore se si pensa allo stato di conservazione delle mummie che, secondo le parole dello stesso Waziri, «sembra che siano state imbalsamate ieri».
Sembra che il pozzo funebre, profondo oltre undici metri, celi ancora diverse camere che custodiscono altri sarcofagi non ancora portati alla luce. All’interno del pozzo sono state rinvenute anche 28 statue del dio Ptah-Seker-Osiride, protettore dei defunti e patrono dei fabbri, e una statua di 35 centimetri che raffigura il dio Nefertum con indosso un copricapo a forma di loto con pietre preziose incrostate. Il nome del suo proprietario, il sacerdote Badi-Amon, è inciso sulla base.
Gli archeologi sperano di poter realizzare molte altre scoperte importanti durante i prossimi scavi, ma per adesso i 59 sarcofagi e le rispettive mummie saranno condotti nelle installazioni del Grande Museo Egizio, la cui inaugurazione è prevista per il 2021, per essere studiati e restaurati.

Autore: Carme Mayans

Fonte: www.storicang.it, 7 ott 2020

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