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CORTONA (Ar).Tracce di buccheri.

Nella lucumonia di Cortona esisteva una bottega di “buccheri”, la nera ceramica etrusca che fino ad ora si credeva prodotta a Chiusi.
Lo riferisce Paolo Giulierini, archeologo del comune, che segue gli scavi dei tumuli del Sodo e la ristrutturazione di quanto rinvenuto nel luogo e che ha scoperto il tutto grazie agli studi sulla collezione di Sergardi, composta da reperti ritrovati nella tomba di François, a ricordo del suo scopritore, che risultano essere simili, se non uguali per età, a quelli rinvenuti nei sepolcri riemersi due anni fa in prossimità del tumulo secondo del Sodo.
C’è poi da dire che il tumulo di Camucia, fino ad ora in carico allo Stato, passerà presto sotto la gestione dell’ente locale diventando uno dei poli più significativi del Parco Archeologico cortonese.
Maggiormente attraente e fruibile poiché l’amministrazione comunale studierà iniziative ad hoc per le visite archeologiche laddove finora il tumulo era spesso chiuso. L’ipotesi di una produzione di oggettistica in ceramica fa immaginare la lucumonia cortonese come un antico centro vivace e polivalente.
Il tumulo di Camucia fu scoperto agli inizi del 1800 e rappresenta uno dei pochi esempi di tomba etrusca ben conservata. Al suo interno tutto appare com’era. Un “dromos”, il corridoio, si apre in entrambi i lati alle camere destinate alla sepoltura, mentre i corredi funebri rinvenuti sono custoditi nelle sale del Maec.
Anche esteriormente la tomba si presenta in buono stato, almeno dalla parte di via Lauretana dove il tumolo confina con l’abitato, delimitato da un cancello in ferro battuto.
Queste sono le ultime novità in materia di archeologia etrusca cortonese ma ulteriori scavi ne porteranno in luce di nuove ella zona del Sodo, indicata ormai come necropoli cittadina dopo il rinvenimento delle 21 tombe di due anni fa, vecchie più di un secolo rispetto a quelle già conosciute.
I sepolcri che riemersero con i loro corredi funebri intatti fecero gridare al miracolo per aver finalmente trovato quella necropoli da tempo cercata.
I tumuli furono rinvenuti durante i lavori di deviazione del letto del fiume Oreto, così si decise di accantonare il progetto e creare un ponte per attraversare il corso d’acqua.
Autore: Lilly Magi
Fonte: Corriere di Arezzo, 24/11/2009

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