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CECINA – Museo Archeologico Comunale

Villa Guerrazzi – Loc. La Cinquantina – San Pietro in Palazzi Cecina (LI)
telef.0586 660411

Per informazioni: Biblioteca Comunale Cecina tel 0586 680145, fax 0586 680107
Indirizzo e.mail: museo.archeologico@comune.cecina.li.it
Sito web www.comune.cecina.li.it/museo.archeologico

Orario estivo: da martedì a domenica 16,30 – 19,30. Chiuso il lunedì

Biglietto: 4 euro; ridotto 2,50 euro
Visite guidate su prenotazioni 2,50 euro – aperto per le scuole su prenotazione
Informazioni e prenotazioni n. 0586 680145.

E’ stato inaugurato, sabato 9 agosto, a Cecina (LI), il Museo Archeologico Comunale nei locali della settecentesca Villa Guerrazzi.
La particolare importanza di questo nuovo museo, immerso nel verde e a due passi dal mare, è che riesce a raccogliere le testimonianze archeologiche di un comprensorio che rappresenta un settore particolarmente significativo dell’antico territorio volterrano, costituendo una sorta di porta d’ingresso per scoprire un luogo ricco di di cultura e di memorie antiche.
Valicando gli attuali confini provinciali tra Livorno e Pisa, il museo ospita, oltre ai reperti provenienti dal territorio comunale, anche i risultati degli scavi condotti su tutto il territorio della Bassa Val di Cecina, comprendendo materiali dalla preistoria all’età romana, provenienti da Bibbona, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo. Di notevole importanza i reperti provenienti dallo scavo della necropoli orientalizzante di Casa Nocera.

Il nucleo dell’esposizione è il risultato di scavi effettuati sul territorio della Val di Cecina che, per la prima volta, trovano una collocazione organica dal punto di vista scientifico e un assetto espositivo qualitativamente pregevole. La collezione è arricchita inoltre, da numerosi reperti recuperati dal mare e da prestigiosi prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, del Museo Guarnacci di Volterra, della collezione Chiellini di Livorno e di molti collezionisti privati.

La nuova veste con cui ha aperto al pubblico il Museo Archeologico Comunale, non è dovuta solo ad un moderno ed esemplare allestimento, ma anche e soprattutto, alle sostanziali novità che le ricerche recenti hanno rivelato sul profilo storico e sulle dinamiche insediative di un territorio per il quale, solo pochi anni fa si lamentava “una frammentarietà oggettiva nella conoscenza storica e archeologica.”.
Il Museo Archeologico Comunale è l’obbiettivo finale di un lungo percorso culturale, cominciato con un accordo di programma, patrocinato dalla Regione Toscana, comprendente tutti i Comuni della Bassa Val di Cecina, le Province di Livorno e Pisa e la Soprintendenza Archeologica di Firenze, che ebbe un primo grosso risultato con la “Mostra dei Principi Guerrieri” ed approdato oggi, (dopo la realizzazione di un’altra Mostra, “La Necropoli riscoperta” in collaborazione con il Museo Guarnacci di Volterra), alla completa ristrutturazione del Museo Archeologico di Cecina, secondo un percorso topografico\cronologico, che va dalla preistoria al periodo romano, sotto la supervisione e con la consulenza scientifica della Soprintendenza Archeologica di Firenze.

La prima sala accoglie le testimonianze relative alle più antiche presenze umane: strumenti litici del paleolitico inferiore, medio e superiore provenienti da Bibbona, Cecina, Castagneto Carducci. La scarsa documentazione di età neolitica, un eccezionale complesso eneolitico, probabilmente un corredo tombale proveniente da Guardistallo. L’apparato didattico di questa prima sala illustra gli insediamenti dell’età del bronzo, la cui documentazione è purtroppo ancora molto frammentaria e, in alcuni casi, incerta.

La seconda sala ospita i reperti dell’età del ferro che, a causa di una deplorevole dispersione di materiali verificatasi tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del secolo scorso, costituiscono una documentazione limitata all’ossuario biconico decorato dell’importante necropoli di Casaglia, in località Cerreta. Di altre probabili necropoli (Belorio, Bibbona) restano solo notizie e rinvenimenti sporadici.
Un aspetto caratteristico del territorio costiero è costituito dalla presenza di ripostigli di bronzi, deposti nell’ottavo secolo e in secoli ancora più antichi, come il ricco deposito di Bambolo contenente armi, fibule ed elementi di bardatura equina.

Le sale 3-4 e 5 raccolgono testimonianze di uno dei momenti più ricchi e significativi, l’età orientalizzante. A cavallo tra l’VIII e il VII secolo si colloca il bel corredo recuperato casualmente durante lavori agricoli in località Campo Sassino a Bibbona, con anforetta a prese forate caratteristica del territorio volterrano-populoniese. Nella valle del fiume Cecina insediamenti di questa età (fine VIII – prima metà VII secolo a.C.) sono stati individuati a Casale Marittimo, Montescudaio, Canaglia e Guardistallo, centri situati in posizione strategica lungo il corso del fiume e arroccati sulle colline che si affacciano sulla larga piana costiera. Da Montescudaio proviene il notissimo cinerario con decorazione plastica che propone sul coperchio la scena del banchetto ultraterreno del defunto.
Le sistematiche esplorazioni da parte della Soprintendenza Archeologica hanno rivelato, presso Casale Marittimo, l’esistenza di un villaggio di capanne della fine del VIII secolo a cui si aggiunge nel VII secolo a.C. una serie di strutture palaziali. Le fortune del gruppo dominante sono rappresentate anche dalla necropoli in località casa Nocera. Una diversa situazione sociale è documentata dall’abitato di Guardistallo documentata da due fondi di capanne databili la seconda metà del VII secolo a.C., indizio probabile di un piccolo centro a vocazione agricola.

Alcuni impianti tombali di dimensioni monumentali, le tombe a camera sotto tumulo (Casale Marittimo, Bibbona, Casaglia). Alla monumentalizzazione degli ambienti di sepoltura corrispondeva l’evidenza data alla struttura esterna, un alto tumolo di terra che segnava con la sua imponenza il territorio, esaltando lo status aristocratico dei titolari (sala VI). Una serie di splendidi cippi sepolcrali in marmo attestano l’esistenza in loco di gentes di non trascurabili possibilità economiche.

La sala VII ospita cippi teste d’ariete del tardo VI e V secolo. L’esistenza di importanti vie di comunicazione tra la costa e l’interno è documentata dalla presenza di un significativo luogo di cui restano diversi bronzetti votivi tra cui il famoso “capro” rinvenuti a Bibbona.

La sala VIII ospita la ricostruzione di una tomba a camera della necropoli volterrana di Badia. La base economica agricola appare integrata dallo sfruttamento delle ricche risorse minerarie e da consistenti attività artigianali e di scambio.

Le sale IX e X raccolgono testimonianze dell’antico porto di Volterra, Vada Volterrana, che fino all’epoca tardo romana fu uno dei principali scali marittimi del Tirreno e della costruzione della Via Aurelia, nel metà del III secolo che snodandosi lungo la costa univa Roma a Pisa, rivelando l’allineamento dell’élite volterrana con la classe dirigente di Roma.
Il proliferare lungo la costa da Cecina fino a Pisa, di fornaci che tra il II secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. producono anfore destinate al trasporto del vino locale è un chiaro indizio della prosperità del territorio. Significamente si fanno numerosi anche i rinvenimenti subacquei di questo periodo a testimonianza del pieno inserimento dell’area nella grande rotte commerciali della tarda età repubblicana e della prima età imperiale.del popolamento del territorio tra il primo e il secondo secolo d.C. sono testimonianza sepolture isolate, come la “cappuccina” da Belora con balsami in vetro e cristallo, o piccoli nuclei di tombe sparsi nel territorio.

La sala XI ospita, infine, una scelta dei materiali più significativi acquistati negli anni ’60 del secolo scorso in vista della formazione a Cecina di un Antiquarium Comunale: ceramica italo – geometrica, vasi in bucchero e impasto dall’etruria meridionale, un piccolo nucleo di ceramica figurata attica e italiota, terrecotte votive dall’Etruria e dalla Magna Grecia, vetri di età romana, un consistente numero di oggetti in bronzo, vasellame, armi, fibule, cinturoni, monete e altri suppellettili di epoche diverse. L’intento fondamentale è quello di costituire un punto di partenza per l’esplorazione storico\archeologica dell’intero territorio, ovvero i siti di scavo e gli altri punti d’interesse storico\ambientale; con questa finalità sarà impostata la parte didattica, ovvero i pannelli esplicativi e le didascalie, che ospiteranno un’ampia documentazione fotografica dei luoghi di provenienza dei reperti.
Mail: museo.archeologico@comune.cecina.li.it
Fonte: Redazione
Autore: Redazione
Cronologia: Arch. Italica
Link: www.comune.cecina.li.it/museo.archeologico

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