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CATANZARO: Furti d’autore, in 13 davanti al Gup.

Le indagini preliminari sono concluse. La Procura di Catanzaro ha chiesto il processo nei confronti di tredici indagati. Si tratta di: Amalia Ameruso 27 anni, di Tarsia; Santo Bifano, 33 anni, inteso come “Massimo”, di Castrovillari; Carmime Buccino, 50 anni, alias “Carletto”, antiquario di Castrovillari; Massimo Buccino, 30, di Castrovillari; Rocco Buccino, 34, di Castrovillari; Agostino Infusino, 25, di Castrovillari; Francesco Nocito, 29, di Castrovillari; Salvatore Nocito, 54, antiquario di Castrovillari; Giuseppe Rizzuto, 26, di Castrovillari; Andrea Scorza, 26, di Castrovillari; Fadil Kriku, 35, albanese residente a Castrovillari; Benito Vigneri, 35, di Castrovillari; e Aniello Tudda, 33, pure di Castrovillari. Il 9 marzo Compariranno davanti al Gup.

L’inchiesta – II business dei furti d’autore. Un grande affare che sarebbe stato gestito da un gruppo di presunti specialisti. Ladri professionisti ed esperti d’arte che avrebbero ripulito palazzi antichi e abitazioni patrizie in Calabria, Lazio e Basilicata e che avrebbero avuto una base logistica a Castrovillari. Ne sarebbe convinto il pm, Adriana Pezzo, che ha condotto l’inchiesta. L’attività investigativa è stata sviluppata nel più assoluto riserbo dagli specialisti del Nucleo patrimonio culturale dei carabinieri di Cosenza e dai militari della Compagnia di Castrovillari, diretti dai capitani Raffaele Giovinazzo e Giacomo Campus.

L’inchiesta è stata denominata “Arberia arte” perché scaturisce da una costola dell’indagine condotta dai pm antimafia Eugenio Facciolla e Francesco Minisci su tre delitti e un tentato omicidio avvenuti nell’area del Pollino e della Sibaritide tra il ’99 e il 2000. Una ventina i telefoni posti sotto controllo e una decina le auto e le abitazioni tenute sotto costante monitoraggio attraverso microspie e microfoni direzionali. All’attività di polizia giudiziaria si sono poi aggiunte le confessioni dell’ex padrino Antonio Di Dieco e di due “picciotti” del suo clan: Gaetano Greco e Cosimo Alfonso Scaglione.

I colpi – L’indagine fa luce su una serie di “colpi” portati a termine tra il 2001 e il 2002 a Marcellinara (Catanzaro), Trecchina (Potenza), Morano Calabro, Bisignano e Castrovillari (Cosenza), Boville Enrica e Roccasecca (Fresinone). Quello che fruttò il bottino più ingente venne compiuto il 26 novembre del 2001 a Marcellinara, ai danni d’un barone. Le opere d’arte, i reperti archeologici e i pezzi d’antiquariato rubati in casa del nobiluomo sono stati recuperati a Firenze. Erano stati infatti ceduti, dopo una lunga contrattazione avvenuta in un hotel di Castrovillari, a un antiquario toscano. Tra i dipinti di grande valore, figurano tele del ‘600 e ‘700, di Luca Giordano, Paolo Porpora, Franz Snayders, Pacetto De Rosa, Francesco De Mura e Francesco Solimeno.

La difesa – Gli indagati si protestano innocenti. Il collegio difensivo è formato dagli avvocati: Vincenzo Chiusolo, Francesco Pagliuso, Enzo Cersosimo, Michele Donadio, Francesco Di Cunto, Roberto Le Pera, Francesco Pagliuso, Vincenzo Savaro, Emanuele Monte, Maurizio Minnicelli e Mauro Cordasco.

Fonte: Gazzetta del Sud 22/12/2005

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