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CAPRAIA e LIMITE (Fi). Il mistero dell’etrusco sepolto nel vino.

montereggi
Steso sul fondo di un pozzo a nove metri e mezzo di profondità, su un letto di vasi di ceramica un tempo contenenti vino, e coperto da un grande orcio. Ha il sapore di un mistero, il ritrovamento di uno scheletro umano nel sito etrusco di Montereggi, nel Comune di Capraia e Limite, teatro di un insediamento urbano del III secolo avanti Cristo che da alcuni anni è oggetto di scavi condotti dal museo archeologico di Montelupo in collaborazione con l’università di Siena.
Le operazioni di scavo, di cui a ottobre si è conclusa la settima campagna, sono già state, in passato, al centro delle cronache per scoperte importanti come quella, nel 2010, di una lastra con una figura femminile sul fondo di una cisterna per l’acqua. Questa, però, è la prima volta che ad emergere sono dei resti umani: circostanza tanto più insolita per gli studiosi in quanto la legge in vigore all’epoca – la cosiddetta “Legge delle 12 tavole” romana, non difforme però, dalle usanze etrusche – vietava severamente i seppellimenti in area urbana. Nessun caso noto fino ad oggi, inoltre, riguarda la sepoltura di un uomo in un pozzo. Ma a rendere misterioso il ritrovamento concorrono tanti altri particolari.
Lo scheletro appartiene a un individuo adulto, maschio o femmina, che è stato calato nel pozzo presumibilmente già morto, dopo essere stato inserito in un sacco a mo’ di sudario. Il dato più curioso è che sotto i resti è emersa una quantità significativa di vasi utilizzati per il consumo di vino, che al loro interno conservavano una cospicua quantità di resina: un elemento che fa pensare a un grande banchetto, probabilmente collettivo, che avrebbe preceduto la deposizione.
Al contempo, la copertura del corpo con pietre, laterizi e il grande orcio testimonierebbe la volontà di tenere “ben fermo” il defunto.
Lo scheletro si trova adesso nel laboratorio di antropologia umana della Soprintendenza archeologica regionale, dove sarà restaurato e studiato per individuarne l’età genetica e definire l’evento della morte. E’ probabile che sarà esposto al museo di Montelupo, insieme agli altri reperti, non prima della prossima estate.

Autore: Gaia RAU

Fonte: www.firenze.repubblica.it, 30/01/2012

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