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SPAGNA. Una scimmia nell’esercito romano.

La curiosa storia di una bertuccia, tenero e simpatico animale di compagnia di un ufficiale romano del Tardo Impero. Dalle sue ossa, gli archeologi ne hanno ricavato una storia interessante.
Gli animali e il mondo della guerra sono da sempre in stretto contatto: basti pensare al troiano Ettore “domator di cavalli”, agli elefanti di Pirro e Annibale e ai cani da combattimento che tutt’ora vengono utilizzati nei reparti militari. Quello che vi stiamo per raccontare è invece il singolare caso di una scimmia vissuta più di 1500 anni fa, pochi anni prima della caduta dell’Impero Romano
Nel 2001 a Llívia, nel cuore della Spagna Pirenaica, un team di archeologi stava svolgendo un importante scavo nelle profondità di quella che una volta era la colonia romana di Iulia Lybica. Ma tra i ruderi e le macerie dell’antica città, nei pressi della zona in cui sorgeva il presidio militare, spuntò a sorpresa un tumulo curioso, grande poco meno di un metro. Sulle prime, gli esperti pensarono di trovarsi di fronte alla tomba di un bambino. Ma cosa ci faceva il corpo di un bimbo nella zona della guarnigione? Per fugare ogni dubbio, gli archeologi procedettero con lo scavo, e dai polverosi meandri del passato, fu rinvenuto uno scheletro… di una scimmia!
La scimmia, analizzata e studiata minuziosamente, sembrerebbe appartenere alla razza del Macaca Sylvanus (altresì nota con il nome di bertuccia) e risulta essere un esemplare maschio alto 78 cm. Ancor più sorprendenti sono gli ornamenti funebri ritrovati insieme al simpatico animale: vasellame, bucce, torsoli e pezzetti di frutta (chissà, forse le leccornie di cui la scimmietta era golosa?), frammenti di ceramica, ma soprattutto la fibula di una cintura e delle scaglie riconducibili alle piastre di una corazza.
I test del carbonio-14 e della termoluminescenza hanno rivelato come datazione della ceramica e dei pezzi di panoplia il V secolo d.C. Gli anelli e i pezzi della cintura non sono invece prettamente romani, ma sono più facilmente riconducibili alle panoplie delle popolazioni celto-germaniche: probabilmente appartenevano a dei foederati (popolazioni “barbare” in servizio come alleati presso l’esercito di Roma) incaricati di proteggere la fascia pirenaica, e più genericamente la penisola iberica, dalle invasioni barbariche provenienti dal Nord. Quasi sicuramente, dunque, la nostra scimmietta ha vissuto nell’ultima stagione dell’Impero Romano in Spagna, poco prima della conquista dei Visigoti.
Ma che ci faceva una scimmia nei pressi del confine naturale tra la Gallia e l’Hispania? A questa domanda gli archeologi hanno tentato di dare una risposta con non poco imbarazzo. L’area di distribuzione del Macaca Sylvanus è concentrata infatti nel bacino del Maghreb Nord-occidentale. Tuttavia, gli etologi hanno riscontrato un modesto numero di esemplari di tale specie anche in Gibilterra (da cui il nome di “bertuccia di Gibilterra”). Indi per cui, in tutta probabilità, il soldato/legionario proprietario della scimmietta era un militare precedentemente in servizio nel sud della penisola, che prima di trasferirsi a Iulia Lybica aveva deciso di portarsi con sé il suo nuovo e insolito amichetto peloso.
Di fronte a questi singolari ed eccezionali reperti, gli archeologi hanno tirato le somme: la bertuccia era l’animale di compagnia di un qualche soldato della guarnigione romana, quasi certamente di un ufficiale, e intratteneva e divertiva le truppe impegnate nel presidio. Insomma, il bizzarro primate ricopriva il ruolo di mascotte del manipolo.
Ma una volta che la bertuccia aveva deciso di abbandonare i suoi compagni per passare a miglior vita, i soldati hanno deciso di salutarla per l’ultima volta omaggiandola con il tipico rituale funebre militare, così come avrebbero fatto con qualunque altro commilitone.
Era come se, nella morte, la guarnigione locale avesse deciso di onorare la scimmietta, membro a pieno titolo della legione.

Autore: Michele Porcaro

Fonte: ilkim.it, 30 dic 2017

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