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U.S.A. Nelle monete antiche, la storia di Roma.

I tesori sepolti dell’Antica Roma potrebbero riscrivere parte della storia che conosciamo, indicando l’esatto andamento demografico delle popolazioni nei periodi di battaglie e carestie.
Alcuni studiosi dell’Università del Connecticut, infatti, hanno messo a punto un modello matematico che mette in relazione la distribuzione temporale delle monete “nascoste” con l'”intensità” delle guerre.
Il sistema si basa sull’assunto che tesori e soldi venivano sepolti prevalentemente in periodi di crisi e violenze, che notoriamente portano a un declino della popolazione.

Come Peter Turchin e Walter Scheidel riportano sui Proceedings of the National Academy, da una prima applicazione del modello è emerso che la popolazione italiana del primo secolo a.C. sarebbe diminuita drasticamente. Un’ipotesi che contrasta fortemente con quella finora ritenuta corretta, che ipotizza un raddoppio del numero degli abitanti nello stesso periodo.

I ricercatori hanno calcolato il tasso di crescita della popolazione come funzione lineare dell’intensità dei disordini civili, misurati con il numero di sacchi di monete ritrovate. Il modello ha incluso i dati relativi al periodo antecedente il 100 a.C, in cui la popolazione viveva un momento relativamente tranquillo. Dai risultati risulta evidente che la maggior parte dei cumuli di monete rinvenuti coincidono con periodi di guerre e disordini civili, come nel caso della Seconda Guerra Punica contro Annibale (219-201 a.C.), confermando la veridicità della correlazione.

I ritrovamenti di tesori nascosti sono eccellenti indicatori di guerre o  tumulti interni, non solo nell’Antica Roma, ma in tutte le popolazioni antiche”, ha spiegato Turchin: “Dalle piccole catastrofi personali, infatti, possiamo avere un’idea di cosa è accaduto a livelli macroscopici nella società”.

Secondo i ricercatori, il modello, che si basa su dati quantitativi ed empirici, è in grado almeno in parte di sopperire all’attuale mancanza di dati statistici. (s.l.)

Fonte: Galileonet.it, 08/10/2009

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