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Tecniche laser per studiare i dipinti

Alcuni scienziati olandesi hanno sviluppato un nuovo metodo per studiare i pigmenti organici nei quadri degli antichi maestri. Inviando un raggio laser su microscopici campioni di pittura, si liberano piccolissime quantità di pigmento che è possibile usare per un’analisi di superficie. È persino possibile identificare un pigmento in uno strato spesso solamente un centesimo di millimetro: si tratta di un vantaggio significativo per la conservazione di dipinti inestimabili. Nicolas Wyplosz del FOM Institute for Atomic and Molecular Physics ha testato l’uso della spettrometria di massa a desorbimento laser (LDMS) come tecnica analitica per lo studio dei pigmenti organici. La tecnica, che permette di determinare la composizione della pittura e di comprendere meglio il processo di invecchiamento, consiste nell’inviare un raggio laser contro un’area di piccola sezione d’urto di un campione di pittura. Il fascio vaporizza le molecole e gli atomi dalla superficie del campione, e le particelle vengono identificate con uno spettrometro di massa. Dalle particelle rivelate, infine, viene determinata la composizione degli strati di pittura. Per esempio un determinato pigmento può essere ottenuto da due piante diverse e la tecnica consente di individuare da quale pianta ha origine.

La preparazione dei campioni è di importanza cruciale per il buon esito dell’analisi. I campioni di pittura devono essere resi il più possibile lisci, e Wyplosz ha sviluppato una nuova tecnica per farlo in maniera efficace. Lo studio fa parte del programma MOLART dell’Organizzazione olandese per la ricerca scientifica (NWO).
Fonte: Le Scienze on line

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