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SARNO (SA). Il museo fantasma, ennesimo spreco.

Il museo fantasma. In giro ci sono persino le indicazioni stradali del Museo Nazionale Valle del Sarno che non c’è.
Palazzo Capua avrebbe dovuto raccogliere l’immenso patrimonio di antichi reperti ritrovati nel territorio dell’Agro sarnese-nocerino dal 1970 ad oggi; preziosi oggetti provenienti da intense campagne di scavo condotte su siti preistorici, che fino a poco tempo fa erano custoditi nell’ex Museo archeologico di Foce.
Invece ad oggi le sale di palazzo Capua rimangono tristemente vuote nonostante ci siano i custodi e malgrado i lavori di restauro siano stati completati e il museo sia completo in ogni parte; pronto per ospitare reperti e visitatori.
Per il presidente della Pro-Loco, Leandro Sodano, si tratta dell’ennesimo spreco italiano a cui si affianca la cronica apatìa e indifferenza delle istituzioni.
«Per tentare di sbloccare la situazione – afferma Sodano – assieme all’associazione 12 Aprile abbiamo avviato una petizione popolare. Finora abbiamo raccolto 630 firme, che abbiamo inviato alla Sovrintendenza alle antichità di Salerno, sperando che prima o poi ci dia una spiegazione del perché il mMuseo rimane chiuso».
Palazzo Capua, destinato ad ospitare il Museo Nazionale Valle del Sarno, si trova in via Cavour, nel centro storico di Sarno. Fatto costruire nel ‘700 dall’antica famiglia sarnese degli Ungaro, costituisce uno dei massimi esempi di architettura in città e racchiude tutte le caratteristiche delle dimore patrizie sarnesi del ‘700, con la grande corte dominata dalla scala aperta con la triplice loggia ad arcate.
La facciata presenta un alto portale in pietra con i tipici ghirigori in analogia a quello della confraternita dell’Immacolata, proporzionato al maestoso prospetto che domina su via Cavour, che per la sua larghezza supera le altre vie del centro e deve essere il risultato di un intervento urbanistico settecentesco.
L’edificio è destinato ad ospitare il Museo Nazionale della Valle del Sarno, dove dovrebbero essere esposti reperti della civiltà fiorita nell’Agro sarnese-nocerino (San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio e Sarno) dall’età del ferro fino all’epoca romana.

Fonte, Il Mattino, 01-03-2011

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