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SAN DORLIGO DELLA VALLE (Ts), fraz. Caresana, loc. Monte Trmun. Scoperta una torre medioevale ed un castelliere protostorico.

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Una torre medioevale, anzi tre, forse parte di un sistema di fortificazioni ai tempi delle guerre continue fra Trieste e Venezia, è stata scoperta nei pressi di Caresana, frazione del Comune di San Dorligo della Valle, non lontano dal colle di San Rocco dove, un anno fa, è stato scavato un accampamento romano, uno dei pochi noti in Italia e tra i più antichi in Europa.
Gli stessi archeologi protagonisti di quella scoperta, che ha aperto una finestra sugli scontri avvenuti fra il 178 e il 177 a.C. contro gli Istri, adesso hanno individuato con le medesime tecniche di telerilevamento laser e di georadar ciò che rimane di una torre presumibilmente di epoca medioevale o rinascimentale. Trovati anche numerosi reperti tra cui ceramiche e un piccolo coltello (Vedi scheda: SAN DORLIGO DELLA VALLE (Ts), fraz. Mattonaia, Colle San Rocco. Architettura militare romana di epoca repubblicana.) .
caresanaCome per l’accampamento romano, a dirigere lo scavo c’era Federico Bernardini, del Centro internazionale di Fisica Teorica “Adbus Salam” e del Venice Centre for Digital and Public Humanities dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. La stessa Ca’ Foscari è concessionaria dello scavo, realizzato su concessione del ministero ai Beni Culturali con la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, e in collaborazione con l’Università di Trieste, l’Ictp e l’Istituto di Archeologia dell’Accademia Slovena di Scienze ed Arti (Sazu).
A coadiuvare Bernardini nel cantiere, l’archeologo Massimo Calosi, gli studenti Diana Quadri e Samantha Broking del master in Digital and Public Humanities di Ca’ Foscari, Marco Leardini sempre di Ca’ Foscari e Gigliola Antonazzi dell’Università di Udine.

«L’area tra il Rosandra e l’Ospo – fa notare Federico Bernardini – segna un confine naturale che spesso nella storia ha coinciso con limiti territoriali tra entità amministrative, politiche e/o culturali talvolta contrapposte. Lo scavo ha interessato parte di un castelliere poco noto, che si trova nei pressi di Caresana in località Monte Trmun. Scopo principale era dettagliare la cronologia dell’insediamento protostorico e, nello stesso tempo, indagare un’anomalia quadrata, che in tutta evidenza non aveva niente a che fare con il castelliere, identificata tramite telerilevamento laser e Ground Penetrating Radar (Gpr), il georadar.
I rilevamenti con il georadar sono stati diretti da Michele Pipan ed Emanuele Forte dell’Exploration Geophysics Group del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste. Questi sistemi permettono per così dire di “fotografare” quello che c’è sottoterra prima ancora di iniziare a scavare. Così ci siamo accorti che sopra il castelliere compariva un’anomalia, una specie di quadrato che aveva tutta l’aria di essere la base di una torre».
«In realtà, vista la vicinanza degli accampamenti militari romani di Trieste, si voleva capire se la possibile torre poteva essere collegata allo stesso sistema difensivo».

caresanaIndagine di un sito archeologico poco conosciuto nel nord-est dell’Italia attraverso l’integrazione di tecniche di telerilevamento ad alta risoluzione aeree e terrestri. Immagini derivate da ALS, combinate con indagini archeologiche sul campo, effettuate nell’ambito del paesaggio carsico. Indagini di progetto, hanno permesso di ricostruire la planimetria originaria di una grande fortificazione protostorica.
Il suo settore più alto e meglio conservato, corrispondente ad una moderata elevazione al margine orientale dell’insediamento (definito come collina di Trmun), è stato ulteriormente indagato attraverso ALS, SfM e GPR, portando all’identificazione dettagliata di caratteristiche archeologiche inaspettate.
Il crinale degrada gradualmente dal suo punto più alto, il villaggio di Socerb in Slovenia, verso l’approdo di Stramare in Italia. Con andamento approssimativamente est-ovest, il crinale, corrispondente alla parte più settentrionale della penisola istriana, si affaccia sul Golfo di Trieste e divide la Val Rosandra a nord dalla Valle dell’Ospo a sud. È attraversato da importanti direttrici dalla costa verso l’interno (con direzione est-ovest) e dal triestino verso l’Istria (con direzione nord-sud). La sua posizione geografica strategica spiega in parte perché l’area sia ricca di siti archeologici fortificati che spaziano dalla Protostoria (dall’Età del Bronzo Antico, approssimativamente tra il 1800 e il 1650 aC, alla tarda età del ferro; Mihovilić, 2013, Borgna et al., 2018) e il primo periodo romano (dall’inizio del II sec. a.C. alla metà del I sec.
Trmun è un rilievo subcircolare largo 40 m, elevato di pochi metri rispetto all’area circostante, e segna il punto più alto del crinale dalla costa al villaggio di Caresana. È interessante notare che Trmun è un termine dialettale sloveno che deriva da un’antica influenza romanza ed è probabilmente collegato al concetto di confine (Crevatin, 2020).
La topografia della sommità della collina, caratterizzata da una zona centrale piatta con bordi rialzati, insieme alla presenza di pochi frammenti di ceramica protostorica in superficie, avevano suggerito che Trmun potesse essere una fortificazione protostorica (Flego e Župančič, 1991). Numerose altre fortificazioni protostoriche si trovano nelle immediate vicinanze lungo il crinale del Monte d’Oro.
Il castello di Monte d’Oro, attivo dalla prima età del bronzo all’età del ferro, si trova a solo 1 km a ovest di Trmun, mentre altri due importanti castellieri, ovvero gli insediamenti di Prebeneg e Socerb, si trovano a circa 3 km a est (Flego e Rupel, 1993, Marchesetti, 1903, Flego e Župančič, 1991), dove la dorsale del Monte d’Oro si unisce all’altopiano del Mali Kras.
In assenza di scavi stratigrafici, la fortificazione di Socerb è attribuita all’età del bronzo e del ferro principalmente sulla base dei ritrovamenti ceramici superficiali. Una necropoli associata a questa fortificazione (ampia circa 0,5 ha), è stata datata ad un arco di tempo compreso tra il VI secolo aC e il I secolo d.C. (Dugulin et al., 2002) (vedi scheda: SOCERB/SAN SERVOLO (Slo). La necropoli di San Servolo.) Non sono disponibili invece dati cronologici per Prebeneg, ma, considerata la sua vicinanza alla fortificazione di Socerb, è probabile che fossero collegati (vedi scheda: TRIESTE. Castellieri della Val Rosandra.).
Indagini archeologiche sulla superficie hanno consentito la raccolta di frammenti di ceramica protostorica non solo dalla sommità della collina di Trmun, ma anche in diversi punti in una vasta area a ovest. Nonostante il paesaggio antico abbia subito nel tempo forti modificazioni dovute alle attività agricole, l’elaborazione dei dati ALS, unita alle osservazioni sul terreno, ha consentito di individuare alcuni settori dell’originario bastione difensivo.

caresana«Intanto, grazie agli abbondantissimi resti ceramici, a livello preliminare possiamo datare la nascita del castelliere alla fase più antica di questi insediamenti, ovvero alla fase finale dell’antica età del Bronzo – inizio del Bronzo Medio, circa tra 1800 e 1600 a.C. E sembra che il castelliere sia stato abbandonato prima dell’inizio del Bronzo finale, cioè intorno al 1200 a.C.».
«Per quanto riguarda la torre, i materiali ceramici devono ancora essere studiati nel dettaglio ma suggeriscono un’età medievale o rinascimentale. Il colle, protetto dai resti della fortificazione protostorica, venne in seguito riutilizzato a scopo militare con la creazione di tre torri. Noi ne abbiamo scavata una, ma i dati laser suggeriscono l’esistenza di altre due strutture simili. Le torri potrebbero essere legate agli scontri tra l’Austria e Trieste contro la Serenissima. Potrebbero rivelare dati preziosi per lo studio dell’architettura militare del periodo».
«Per l’epoca protostorica, come dicevo, abbondantissima ceramica fatta a mano, resti di fauna e una fusaiola in terracotta, ovvero un manufatto discoidale con un piccolo foro passante centrale. Quest’ultimo è un oggetto utilizzato come volante di fuso per la filatura sin dal Neolitico. Da ricordare anche fondi di recipienti ceramici, del tutto simili a manufatti dal castelliere degli Elleri, collegati alla produzione di sale, una risorsa preziosa sia nell’età del Bronzo che nel periodo delle guerre tra Trieste e Venezia».
«Per la torre abbiamo trovato frammenti di olle in ceramica grezza fatta al tornio, che con ogni probabilità servivano per contenere o cucinare gli alimenti, un coltello e chiodi in ferro. Abbiamo individuato anche un focolare con una pavimentazione in lastre di pietra».
«Le strutture saranno presto coperte per garantirne la conservazione. Visto che abbiamo creato dei modelli 3D di quanto scoperto tramite fotogrammetria, un’opzione potrebbe essere quella di rendere il sito fruibile tramite realtà aumentata. È quello che stiamo già sviluppando per l’accampamento romano repubblicano nel vicino colle di San Rocco grazie al lavoro che sto svolgendo a Ca’ Foscari in collaborazione con esperti di modellazione 3D, tra cui il triestino Fabio Belardi».
«Grazie a Ca’ Foscari stiamo pianificando dove intervenire il prossimo anno. I dati raccolti sul Monte Trmun sono però sufficienti per la comprensione del sito e non credo sarà a breve oggetto di nuove ricerche».

Fonte: www.sciencedirect.com
Da una ubblicazione su ELSEVIER, Rivista di scienze archeologiche, Vol. 51, ottobre 2023

Fonte: www.ilpiccolo.gelocal.it, 19 ago 2022

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