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PRAGA (CK). Scoperta la tomba del primo gay delle caverne.

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L’omossessualità è diventata un tabù solo in tempi recenti. Nell’antichità, unirsi con persone dello stesso sesso era socialmente accettato. Una recente scoperta archeologica in un sobborgo di Praga ha dimostrato che questo comportamento sessuale era diffuso già in piena Età del Rame.
Una deduzione a cui gli esperti sono arrivati dopo il ritrovamento di uno scheletro maschile, seppellito 5 mila anni fa, in una tomba riservata alle donne.
Attorno ai resti è stato, infatti, trovato un corredo di vasi e brocche invece che di armi e coltelli come si conveniva a un guerriero morto, meglio se in battaglia.
E non può essersi trattato di un errore se il defunto, forse un ermafrodita, nel suo viaggio nell’Aldilà è stato circondato da stoviglie e non da ascia e spada.
In quell’epoca, infatti, i funerali erano cerimonie molto importanti, che seguivano un rituale preciso e soprattutto diverso a seconda del sesso.
Il fatto che sia stato seppellito con quegli oggetti rivela, forse, il rispetto totale della sua diversità da parte della comunità in cui viveva. Anche altri particolari della sua inumazione provano questa tesi. Il corpo, per esempio, è stato adagiato sul fianco sinistro e con la testa rivolta a est, sempre trattamenti che venivano usati per le donne.
La tomba di Praga appartiene alla cosiddetta cultura della ceramica cordata, per via delle decorazioni impresse a corda sui manufatti, anche conosciuta come cultura dell’ascia da combattimento o cultura della sepoltura singola.
Le amazzoni dell’Iran e della Russia
Il ritrovamento non è l’unico di questo genere. Nel 2004 a Tabriz, nell’Iran nordoccidentale, sono stati scoperti i resti di una donna, risalenti a 2000 anni fa, circondati da una serie di armi. Si è quindi attribuita la tomba a una guerriera amazzone morta mentre guidava il suo esercito in battaglia.
Il mito delle Amazzoni, che nell’Iliade vengono descritte «eguali ai maschi, forti come i maschi», ha avuto altri riscontri storici, sempre grazie all’archeologia. Nel 1997, nella cittadina russa di Pokrovka, vicino al confine col Kazakistan, sono state riportate alla luce 50 tombe contenenti scheletri di donne seppellite con una serie di armi, risalenti al 600 a.C.
All’inizio si è pensato fossero oggetti votivi come tanti altri. E invece, analizzando i resti, è emerso che alcune di queste guerriere erano morte per le ferite riportate in battaglia.
Secondo gli storici, facevano parte della tribù nomade dei Sarmati, di cui parla anche lo storico Erodoto nel mito delle Amazzoni.

Autore: Alessandro Carlini

Fonte: Lettera43.it, 08 Aprile 2011

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