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POMPEI (Na). Riaprono Casa della Fontana Grande, Casa dell’Ancora e Tempio di Iside.

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L’annuncio è di ieri. Nell’area archeologica di Pompei, verranno riaperte al pubblico 3 domus interessate da lavori di restauro e manutenzione, ora completati. Sono la Casa della Fontana Grande, la Casa dell’Ancora ed il Tempio di Iside.
Alla Casa della Fontana Grande, si ripropone l’allestimento originale, in linea con il progetto Museo diffuso già sperimentato in varie domus pompeiane e con la ricollocazione in loco della copia della statuetta di puttino con delfino. L’impianto originario risale alla prima metà del II secolo a.C. anche se solo nel I secolo d.C. fu costruita la grande fontana ad abside. Successivamente fu rivestita con mosaici e conchiglie e ornata da due maschere teatrali in marmo, al centro di essa si trova una base cilindrica con un foro centrale che all’epoca della scoperta tra il 1826 e il 1827 si presentava priva di elementi decorativi. Fra l’Ottocento e il Novecento venne posizionata al di sopra la copia di un puttino con delfino; tale sistemazione, concepita forse in analogia con la vicina casa della Fontana Piccola, al cui centro si trova la stessa statuetta, è stata in seguito mantenuta per diversi decenni nel corso del Novecento. L’allestimento oggi presentato ripropone dunque tale sistemazione e restituisce così l’immagine consolidata della domus nell’ultimo secolo.
La Casa dell’Ancora, invece, con la sua originale planimetria a doppio livello, esibirà il bel giardino secondo un progetto non impattante e un criterio storico-botanico nella scelta delle essenze. L’abitazione prende nome dall’ancora raffigurata nel mosaico dell’ingresso, simbolo di tranquillità e sicurezza. Presenta una planimetria assolutamente originale nel panorama pompeiano. La parte posteriore è infatti organizzata su due livelli posti a differenti quote: il piano superiore è incentrato intorno ad un’ampia terrazza su cui affacciavano tre grandi sale da ricevimento, con pavimenti decorati di cui si conserva in un caso il disegno preparatorio; il piano inferiore è invece occupato da un giardino, attorno al quale corre un portico coperto a pilastri. La dimora è stata interessata da un intervento di restauro degli apparati decorativi nel 2015 nell’ambito del Grande Progetto Pompei.
Per ultimo il Tempio di Iside, è stato oggetto di nuove indagini archeologiche nell’ambito del progetto “scavi e ricerche” promosso dal Parco. In particolare, nell’ambito di uno dei saggi, sono emerse tracce di un sacrificio con offerte sia vegetali sia animali che hanno permesso di acquisire importanti conoscenze sui rituali praticati nel santuario. Dedicato al culto antichissimo di tipo misterico, riservato cioè ai soli iniziati della dea egizia, era il luogo in cui veniva diffuso un messaggio di speranza in una vita oltre la morte. Secondo il mito, infatti, Iside recuperò le parti del corpo dello sposo Osiride, ucciso e smembrato da Seth, lo ricompose e gli ridiede la vita. Al centro di un cortile porticato si trova il tempio su alto podio; nello spazio antistante stanno l’altare, la fossa per le offerte e un piccolo edificio (purgatorium) al cui interno una scala porta al bacino cui attingere l’acqua, che si diceva provenisse direttamente dal Nilo. Alle spalle del tempio un’ampia sala era dedicata alle riunioni degli iniziati (ekklesiasterion), mentre in una più piccola (sacrarium) erano visibili pitture che narravano episodi del mito della dea. Gli apparati decorativi, le sculture e gli arredi rinvenuti nel santuario sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ma è possibile rivivere in parte l’effetto originario grazie alla ricollocazione in situ di alcune copie di affreschi e di statue. Nell’ekklesiasterion il visitatore può inoltre attraverso apparati multimediali e acquisire informazioni sul culto isiaco.

Autore: Filomena Merola

Fonte: www.qaeditoria.it, 20 dic 2018

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