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Michele Zazzi. Thefarie Velianas tiranno di Caere.

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Il nominativo dell’eminente personaggio ceretano ci è pervenuto tramite le cd. lamine di Pyrgi che furono ritrovate nell’area del santuario extraurbano di Pyrgi (Santa Severa) porto della città di Caere.
Nel 1957 gli scavi diretti da Massimo Pallottino lungo la strada che da Caere conduceva al porto di Pyrgi avevano portato alla luce un’area sacra, un santuario con due templi: uno (tempio A), databile al 470 – 460 a.C., di tipo tuscanico a tre celle, dedicato a Leucotea ed uno (tempio B), risalente al 510 a.C. circa, periptero, con doppia fila di quattro colonne sulla fronte e sei sui lati lunghi con cella unica, dedicato ad Uni/Astarte.
caereIl tempio A era decorato con altorilievi in terracotta raffiguranti il mito greco della guerra dei Sette contro Tebe. La decorazione del tempio più antico aveva ad oggetto invece il mito di Eracle.
Le tre lamine auree, databili alla fine del VI secolo a.C., furono ritrovate l’8 luglio 1964 nei pressi del tempio B in un contesto di deposizione rituale di materiali a seguito dello smontaggio degli edifici templari avvenuto probabilmente nel III secolo a.C. Erano state riposte in una custodia ripiegate su sé stesse, unitamente a dei chiodini di bronzo con la testa rivestita d’oro. Le tavolette in origine, come si desume anche dai forellini praticati lungo i margini, erano affisse allo stipite di una porta o ad una parete. I documenti, della lunghezza di circa 20 cm, contengono brevi iscrizioni, un testo in lingua fenicia e due in etrusco. I testi però non sono esattamente corrispondenti ed i formulari sono diversi (Pallottino infatti parlò di lamine “quasi bilingue”). Le tavole in etrusco sono rispettivamente di 16 e 9 righe, quella in fenicio si compone di 10 righe e contengono complessivamente 53 vocaboli etruschi e 42 fenici.
Dalle lamine si evince che Thefarie Velianas, qualificato come re di Caere nel testo fenicio (“tbry wln mlk’l kyšry”) e come zilath seleita (“zilac al seleitala”) in quello etrusco, dedica alla dea Astarte (corrispondente alla dea Uni per gli etruschi) un luogo sacro (tempio, sacello …). Nel testo fenicio Velianas precisa anche che la costruzione è stata chiesta a lui da Astarte. Fu proprio Thefarie a disporre la monumentale riedificazione del santuario di Pyrgi ed in particolare del tempio B, realizzando un potente polo di attrazione di grande valenza politica.
La dedicazione in fenicio di Velianas conferma gli intensi rapporti politici che legavano gli Etruschi ai Fenici. D’altro canto i due popoli si erano alleati per combattere e sconfiggere i Focei ad Alaria (battaglia del Mare Sardo) intorno al 540 a.C.
Per quanto concerne il ruolo ricoperto dal nostro personaggio i testi portano a pensare ad una carica pluriennale o forse vitalizia (il testo fenicio fa riferimento all’anno terzo del regno di Velianas). Thefarie sembrerebbe quindi aver avuto i connotati del tiranno (simbolicamente sancito dal mito di Eracle rappresentato nel tempio B, una sorta di manifesto celebrativo del potere tirannico) analogamente a quanto accade in quest’epoca nel mondo greco ed italico. La dedica ad Astarte farebbe inoltre ipotizzare che alla ascesa al potere di Thefarie oltre che i maggiorenti ceretani abbiano contribuito anche i Fenici appoggiandone la candidatura (e la dedica alla dea fenicia potrebbe allora avere la valenza di un vero e proprio ringraziamento).
Il tiranno fu poi rovesciato e la città di Caere riprese in mano il governo; nel contesto di un importante programma di opere pubbliche fu edificato anche un grande tempio nel santuario di Pyrgi, il tempio A, decorato con episodi della saga dei Sette contro Tebe, con il significato di condanna di quanti osassero sovvertire l’ordine civile e religioso e quindi probabilmente anche del passato regime tirannico.

Su Thefarie Velianas confronta, tra l’altro.
Gli Etruschi ed il Mediterraneo La città di Cerveteri, Somogy Editions D’Art, 2014, pagg. 204 – 220;
Cerveteri in Gli etruschi delle Città Fonti, ricerche e scavi, Silvana Editoriale, 2010, pagg. 182 – 193;
ETRUSCHI Viaggio nelle terre dei Rasna, Electa, 2019, pagg. 161 e ss.

Di seguito immagini delle lamine di Pyrgi e disegno ricostruttivo dei tempi A e B.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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