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MESSICO: Sommozzatori trovano un antico scheletro.

I sommozzatori impegnati in una pericolosa missione nelle grotte sottomarine della costa Caraibica hanno scoperto quel che sembra essere uno dei più antichi scheletri delle Americhe, secondo quanto annunciato dagli archeologi nel corso di un seminario.

Se ciò sarà verificato, le ossa potrebbero aggiungere nuovi elementi all’argomento di una nuova generazione di scienziati, i quali sostengono che gli umani migrarono all’Emisfero Occidentale da differenti direzioni, con il recedere dei ghiacciai dell’Era Glaciale. Il rapporto di un team dell’Istituto Nazionale Messicano di Antropologia e Storia, sperimenta un nuovo modo di indagare il passato. La maggior parte degli insediamenti costieri dei primi americani oggi giace sotto la linea di costa, che però, nel corso dell’era Glaciale, si trovava centinaia di piedi più in basso.

I ricercatori al seminario internazionale “I Primi Uomini in America” hanno anche riportato altre scoperte – incluso un osso della California che rivaleggia per il titolo di più antico d’America.

Queste scoperte si verrebbero così a collocare ben prima del tempo in cui la cosiddetta cultura di Clovis – secondo la teoria tradizionale – si sarebbe spostata dall’Asia all’Alaska attraverso un corridoio temporaneo di terra che iniziò ad aprirsi circa 13,500 anni or sono.

Molti accademici mettono in dubbio che queste nuove scoperte, specie in Sud America, provino che i primi popoli trovarono abitanti preesistenti sul territorio, arrivati superando i campi di ghiacci settentrionali su piccole imbarcazioni.

Il team di Arturo Gonzales ha scoperto almeno tre scheletri nelle grotte lungo la costa caraibica della Penisola messicana dello Yucatan, nel 2001 e 2002. Le immagini ne mostrano due particolarmente ben preservati.

“E’ qualcosa che ho sognato per anni” ha dichiarato Gonzales, 39 anni, che ha combinato indagini sottomarine e scavi sul campo da quando era adolescente. Gonzales ha dichiarato che le ossa devono datarsi a prima del tempo in cui le acque gradualmente penetrarono nelle grotte da 8,000 a 9,000 anni or sono, quando i ghiacciai dell’Era Glaciale si sciolsero ed i livelli del mare salirono di circa 400 piedi attorno al mondo.

Test del carbone trovato sotto uno scheletro di donna, lo daterebbero ad almeno 10,000 anni or sono. Un esperto dell’Università della California, Riverside, li ha datati a 11,670 di radiocarbonio – il che si potrebbe tradurre in oltre 13,000 anni di tempo reale. Se confermato, “si tratterebbe della più antica datazione al radiocarbonio nelle Americhe ottenute da un osso umano, ha dichiarato Stuart Fiedel, autore di un libro di testo di archeologia.

Fiedel, un difensore della scuola “Clovis” ha dichiarato che la più antica stima per la scoperta della grotta si potrebbe comunque attagliare alla cornice di tempo di Clovis, seppure proprio sul limite.

Larry Murphy, capo del Centro per le Risorse Sommerse del Servizio di Parchi Nazionali degli Stati Uniti, ha dichiarato in un’intervista telefonica che l’esplorazione messicana è stato “uno dei primi studi sistematici di materiali umani associati con una grotta sottomarina.” La scoperta aiuta a provare che gli umani abitarono lo Yucatan almeno 5,000 anni prima che la famosa cultura Maya iniziasse a costruire monumenti in siti come il vicino Tulum.

Gonzales ha spiegato ai giornalisti che i sommozzatori delle grotte dicono di aver visto altri scheletri ed ha convinto gli ufficiali scettici a finanziare una survey delle pozze d’acqua dello Yucatan, ora sommerse, scavate sul calcaree delle coste. Gonzales ritiene che fossero sgombre da acque nel corso dell’Era Glaciale e che potrebbero essere state usate come serbatoi d’acqua dolce.

Gonzales ha dichiarato che la più antica scoperta è stata effettuata 404 iarde all’interno di una grotta, a più di 65 piedi sotto il livello del mare, nel corso di una spedizione estremamente pericolosa. Sono stati necessari ripetuti viaggi per scandagliare il sito e scavare le ossa, che hanno richiesto poi due anni di preservazione. Il co-direttore del team, Carmen Rojas, ha dichiarato che i sub avevano 40 minuti per giungere dalla superficie alla grotta, e da lì al sito, 20 minuti per lavorare e quindi altri 40 minuti per tornare indietro, seguiti da 20 a 60 minuti di decompressione.

“Ci si prepara cinque anni per questi 20 minuti” ha commentato.

Nel contempo, John Johnson dell’Università di California, Santa Barbara ha illustrato un nuovo, elaborato studio sul femore della donna trovato sull’Isola di Santa Rosa nello Stretto delle Isole della California, datandola ad un periodo compreso tra 13,200 a 13,500 anni.

Entrambe le scoperte sarebbero dunque significativamente precedenti allo scheletro conosciuto come Uomo di Kennewick, i resti di 9,300 anni di un paleo-americano trovati da alcuni ragazzi nello stato di Washington nel 1996.

Fino ad ora, le Americhe hanno prodotto solo 25 ossa o scheletri che si datano a più di 8,000 anni or sono, ha spiegato Silvia Gonzales della John Moores University di Liverpool. Ha annunciato alla conferenza che pubblicherà presto un articolo che dimostrerebbe che gli umani occuparono un sito presso Puebla, ad est di Città del Messico, tra 21,000 e 28,000 anni or sono.

Fonte: Newsletter Archeologica – newsarcheo@yahoo.it Associated Press – 09/09/04
Autore: Eleonora Carta
Cronologia: Arch. Precolombiana

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