Archivi

Marco Morucci. Il sito delle meraviglie: Campo della Fiera.

campo della fiera
                               Strada Sacra

Da oltre venti anni si parla di Campo della Fiera e dei suoi eccezionali ritrovamenti.
Quest’anno il sito si è avvalorato di nuovi ritrovamenti nel pozzo delle meraviglie, sono state ritrovate maioliche medievali pregiate, tra cui alcune in fase di biscotto ed anche alcuni errori di produzione.
Sul fondo è stato rinvenuto perfino il sigillo reale di un re di Francia spezzato con uno scalpello.
Resta solo da capire chi e perché gettava le ceramiche nel pozzo della chiesa di San Pietro in Vetere mentre era ancora in uso dei frati; certo si potrebbe supporre che nell’area c’erano delle botteghe di ceramisti, di cui però stranamente non è rimasta traccia, mentre ancora sono visibili i resti romani della fornace per il vetro nella villa accanto alla chiesa e di un’altra per i vasi a vernice nera rinvenuta di fianco al tempio B.

campo della fiera
                   Tempio B

Alcuni anni fa avevo espresso un dubbio sul sito che mi era sorto dopo aver letto di un imprecisato forte etrusco scoperto nei pressi di Orvieto; le prove del ritrovamento furono portate ad alcuni esponenti del Metropolitan Museum of Art di New York per avvalorare la vendita di alcune statue etrusche: fu una delle migliori truffe dei fratelli Riccardi, famosi per le patacche di ogni epoca e fattura rifilate ai musei di mezzo mondo, quel forte di cui non avevo mai sentito parlare mi aveva subito fatto sospettare che si trattasse delle rovine di Campo della Fiera.
Si potrebbe quindi supporre che i falsari dopo aver concluso la vendita diventando milionari abbiano poi fatto sparire le prove nascondendo nel pozzo i manufatti rimasti e richiudendo il    tutto prima di sparire nel nulla.
Sono uno storico e di seguito presento alcune mie osservazioni sul suddetto sito.

campo della fiera
                                   Tempio B

Una delle prime informazioni su questo luogo da sapere è che il nome con cui oggi si conosce risale solo alla fine dell’ottocento, fin dal 1300 nelle cartine e nei documenti catastali veniva indicato come Pleberium Petrorii o Petroio.
Ci sarebbe poi da puntualizzare che tutti i ruderi scoperti fino ad ora occupano gran parte di in un piccolo quadrato di circa un ettaro, eccetto il tempio B ed inoltre che l’intera zona è stato nei secoli il crocevia delle strade di Orvieto e un luogo unico e primario usato dai nemici per assediare la città.
Si potrebbe obbiettare che la presenza di sette edifici templari confermerebbe la presenza del Fanum ma approfondendo la questione si scopre che i templi etruschi sarebbero solo tre come risulta da qualsiasi mappa pubblicata dagli studiosi accreditati.
Queste tre strutture presentano però delle anomalie inspiegabili anche tra gli archeologi che li hanno studiati: iniziamo escludendo il tempio A perché romano, forse con fondamenta etrusche ma i ruderi visibili sono chiaramente romani.

campo della fiera
                                  Tempio C

Rimangono il tempio B e C, quest’ultimo risale al VI sec. a. C. secondo la datazione effettuata dopo il ritrovamento di alcuni cocci di un’anfora sparsi dove dovrebbe trovarsi la scalinata d’ingresso parzialmente occultata dalla crepidine della strada sacra.
Ad essere pignoli però il tempio C fa parte di un gruppo di tre edifici disposti a semicerchio, quindi teoricamente dovevano avere avanti una piccola piazza circolare e l’entrata si potrebbe supporre sia stata da quella parte e il caso vuole che nella parte posteriore sia presente proprio il piano di una scalinata.
Inoltre l’interno del tempio C misura circa 32 mt2 quindi era poco più di una chiesetta di campagna circostanza che non può spiegare la presenza accanto di due magazzini.
Ci sarebbe pure un altro particolare, le stanze dei due edifici ad un osservazione accurata presentano mura con misure maggiori delle stesse stanze e perfettamente allineate con i resti delle terme e degli edifici romani limitrofi.
Ma la parte per me più interessante è la strada sacra: nessuno dei fabbricati presenta un entrata nel piano stradale, anzi la crepidine che la limitava ha un altezza insolita di circa 50 cm, che in pratica riduceva fortemente l’accesso anche al tempio A.

campo della fiera
                                  Tempio C

Penso senza ombra di dubbio che l’altezza sia dovuta alla morfologia del terreno giudicata anche ad oggi una zona alluvionale e che in passato doveva subire frequenti episodi alluvionali causati dalle acque piovane provenienti dal soprastante altopiano dell’Alfina.
La strada era usata come un collettore di scarico e vista la sua direzione così conformata doveva servire anche per canalizzare l’acqua della fontana della sorgente del tempio B, che in alcune stagioni doveva essere abbondante; lo si nota per la presenza di un canale con alti bordi e fondo di grandi tegole che parte dalla sorgente situata dietro la grande vasca di depurazione dell’argilla e continua fino alla fontana, che perciò doveva essere presente anche al tempo dell’occupazione romana. La fontana secondo il professor Maggiani risulta compresa all’interno di un recinto rettangolare realizzato in blocchi di tufo che altri studiosi hanno presentato come la scalinata del tempio.
Campo della Fiera è il Fanum?
Ai posteri l’ardua sentenza.

Bibliografia:
I signori della truffa, di Domenico Vecchioni 2012
La lunga durata di un luogo di culto. La chiesa e il convento di San Pietro in Vetera a Orvieto, di D. Leone V. Valenzano 2019
Orvieto, Campo della Fiera: Forme del sacro “nel luogo celeste”, di S.Stopponi A. Giacobbi 2017
LE FONTANE DEI SANTUARI D’ETRURIA, A. Maggiani 2016

Autore: Marco Morucci – marcomorucci60@gmail.com

Segnala la tua notizia