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LODI: Affiora nell’Adda una piroga ed affiorano le polemiche.

Gli studiosi difendono la loro scoperta: “Quella dell’Adda è una vera piroga antica”, anche se non lo dà a vedere. Queste sono le dichiarazioni di Susy d’Amato, la giovane archeologa ravennate che ha estratto l’antica imbarcazione dalla sua bara di ghiaia in riva all’Adda.
Le pesantissime dichiarazioni del soprintendente lombardo all’archeologia Angelo Maria Ardovino (“È un pezzo di legno che non vale niente, chi pensava il contrario è un incompetente”) hanno lasciato il segno, soprattutto su chi intorno al “pezzo di legno” ha cercato per settimane una spiegazione.
“Per me è una piroga, ribadisce la d’Amato, lo testimonia il fatto che è stata lavorata a mano, che ha un fondo piatto fatto per navigare e che sono stati trovati chiodi di legno e rattoppi che fanno pensare a opere di manutenzione.
Mi sembra strano che gli uomini dell’epoca facessero delle riparazioni a un galleggiante. Susy d’Amato ha avuto più d’una volta occasione di analizzare e studiare le piroghe rinvenute sull’Oglio negli anni scorsi, restaurate e divenute oggetto nel 2002 di una mostra organizzata proprio dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia.

La piroga di Lodi è uguale in tutto e per tutto alle piroghe bresciane, vorrà dire allora che abbiamo preso un grosso abbaglio tutti quanti.
Sarà meglio aspettare le analisi del carbonio 14, tanto per capire se si tratta di un reperto o di un legno senza valore. I frammenti di legno estratti dalla piroga dagli archeobiologi del museo civico di Como si trovano già in un laboratorio del Massachussets, negli Stati Uniti, per essere esaminati. Il responso è atteso fra ottobre e novembre.
Il Parco Adda sceglie invece la via della diplomazia per non buttare a mare il lavoro fatto; le dichiarazioni di Ardovino hanno fatto divampare le polemiche tra gli esperti del territorio. Come Luigi Samarati, storico ed ex direttore del museo civico, Ardovino dice che sull’Adda non possono esserci piroghe perché il fiume non passava di lì; sicuramente è vero, ma tutto quel bacino tra Lodi e Ombriano era costituito da zone paludose, pozze d’acqua e acquitrini. Ricordo anche che da Abbadia Cerreto a Lodi si andava in barca.

Non solo è estremamente probabile, ma praticamente certo che i contadini si spostassero su piroghe “povere” come quella di Lodi. E a Crema, Abbadia Cerreto, Zelo e Pizzighettone sono conservati tanti esempi di navigazione sull’Adda.
Poi apre una polemica con il dirigente dell’archeologia della Lombardia; l’Onorevole Bossi ha ragione, non si possono dare incarichi a funzionari che arrivano da fuori, perché per quanto bravi non possono conoscere la storia locale.
Va giù pesante invece Antonio Zucconi, l’archeologo dilettante di Pianello Valtidone che rinvenne la prima piroga: “Sono sconvolto per come Ardovino ha trattato una professionista come Piera Saronio (la responsabile per il Lodigiano sollevata dall’incarico dopo la vicenda piroga, ndr), con cui ho collaborato per 16 anni. Una persona eccezionale, non meritava di essere cacciata. E poi perché il soprintendente si scalda tanto se andiamo a caccia di reperti sull’Adda? Non sono soltanto pezzi di legno?”
Fonte: CulturalWeb 01/09/2003
Autore: Daniele Ciocchetti
Cronologia: Arch. Medievale

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