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I GEROGLIFICI IN MUSICA

Il professor Nedim Vlora, docente di geografia all’Università di Bari, sostiene che alcuni geroglifici non hanno solo valore fonetico-grammaticale ma anche valore musicale. “Alcuni geroglifici (in particolare quelli relativi alle semiconsonanti) – dice Vlora – fanno eccezione: osservando i papiri, qualche volta se ne trovano troppi condensati in una stessa parola. Isolando sette segni particolari che oltre al valore fonetico erano anche note, si può provare a combinarli in vario modo (ma le combinazioni possibili sono oltre cinquemila)”. Se confermata si tratterebbe di una scoperta eccezionale. Finora infatti la prima scala musicale si riferiva al filosofo ionico Pitagora, e risaliva al IV secolo a.C.; recentemente lo stesso modello è stato individuato in alcune tavolette assiro-babilonesi, permettendo di arretrare la datazione della scala al II millennio a.C. Vlora è arrivato alle sue conclusioni grazie alla sua specializzazione in archeoastronomia, ossia la disciplina che studia le conoscenze astronomiche degli antichi per scoprire come hanno influenzato la loro cultura e politica. Gli Egizi erano a conoscenza della durata dei cicli relativi al Sole, alla Luna, alla stella Sirio e a Venere. E i rapporti tra tali tempi furono accettati quali valori intervallari che separano le note. Studiando i moti del cielo risulta che quelle osservazioni erano già state condotte in Egitto nel 3.500 a.C. Il professore aveva addirittura programmato un concerto nel cortile di Castel del Monte. A causa di una lite tra Vlora e la musicologa Anna Gabriella Caldaralo (che preferisce muoversi con cautela, anziché diffondere a largo raggio la notizia dell’interpretazione) non sarà però possibile ascoltare queste insolite melodie.
Fonte: La Repubblica – Il Venerdì
Autore: Fiorella Sassanelli
Cronologia: Egittologia

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