Archivi

DANIMARCA. Trovati più di mille sacrificati in una palude.

Gli archeologi hanno trovato i resti scheletrici di un intero esercito in un’antica fossa comune in Danimarca. Le ossa confermano la notizia da fonti scritte di sconvolgenti massacri teutonici avvenuti in passato.
Una palude danese ha custodito un segreto terribile per migliaia di anni. Gli archeologi hanno trascorso tutta l’estate scavando un piccolo esempio di ciò che è risultato essere una fossa comune contenente i resti scheletrici da più di 1.000 guerrieri, che sono stati uccisi in battaglia circa 2.000 anni fa.
“Abbiamo trovato una quantità di ossa umane, molto più di quanto ci aspettassimo”, dice Ejvind Hertz, curatore Skanderborg Museum.
La scoperta di decine di migliaia di ossa dell’Età del Ferro ha attirato l’attenzione internazionale, sia perché le parti del corpo sono macabre di per sé, ma anche perché le ossa sono sorprendentemente ben conservate. Inoltre, il ritrovamento conferma la descrizione di fonte romana delle pratiche di guerra atroci dei Teutoni.
Il sito si trova nelle zone umide Alken Enge nei pressi del Lago Mosso nella penisola dello Jutland. Le ossa rivelano ferite da armi.
Circa 2.000 anni fa, i guerrieri Alken si pensa siano stati sacrificati ad alcuni dei. In questa prima fase, possiamo vedere che le ossa hanno segni di morsi su di loro, e parti dei giunti sono state rosicchiate. Quindi non c’è dubbio che i predatori sono stati in contatto con le parti del corpo.
“Ejvind Hertz, curatore del Museo Skanderborg, “Le ossa sono finite nella palude in un momento in cui non c’era una palude, anzi, si trattava probabilmente di un piccolo bacino del Lago Mosso, creato da una lingua di terra che si protende nel lago. Quindi i corpi son stati per molto tempo in balia di animali che hanno mangiato le carni dei soldati uccisi lasciando i segni dei loro denti incisi sulle ossa. Successivamente la zona è stata inondata d’acqua trasformando quel campo in una palude. Questo fatto ha preservato i corpi da ulteriori processi di decomposizione consegnandoceli in ottimo stato di conservazione dopo migliaia di anni.

Autore: Irene Berg Sorensen

Fonte: http://sciencenordic.com, 29 ago 2012

Segnala la tua notizia