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CAVALLINO TREPORTI (Ve). Nello specchio acqueo di Lio Piccolo si ricostruisce il quadro della vita degli antichi, tra il lusso e il lavoro degli schiavi impiegati nell’acquacoltura.

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Una villa marittima con annessa zona produttiva di allevamento di ostriche e di produzione del sale. Nello spazio marino antistante, tanti blocchetti di tessere di mosaico, parte di un’anfora, resti di affreschi che disegnano il quadro della vita quotidiana a Lio Piccolo nel I secolo d.C. nel comune di Cavallino Treporti.
Con un’élite romana a organizzare il lavoro ed a godersi i benefici di una natura allora incontaminata e gli schiavi impegnati nella produzione del sale e nella raccolta del pesce allevato.
cavallinoMolto è già emerso nelle due precedenti campagne di scavi ma a Lio Piccolo gli archeologi guidati dal professor Carlo Beltrame, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, a partire la lunedì 3 luglio torneranno a immergersi e a scandagliare ogni centimetro dello specchio lagunare del canal Riga dove lo scorso anno è stata ritrovata una vasca in mattoni sesquipedali, di forma rettangolare, usata appunto per allevare le ostriche vive. Alcuni resti sono rimasti all’interno dell’area rettangolare attorno alla quale si muoveva l’economia della zona.
La villa romana sul sito scoperta sul finire degli anni ’80 del 1900 dall’archeologo Ernesto Canal era dunque probabilmente davvero una “villa marittima”, come da lui ipotizzato.
“La villa di Lio Piccolo rappresenta il primo esempio noto di villa romana ubicata nella laguna nord di Venezia, con fronte su quello che all’epoca era l’antico litorale altinate”, avevano spiegato gli archeologi dopo i primi ritrovamenti.
Dopo il ritrovamento dei primi resti da parte di Ernesto Canal, nel 2004 furono raccolti altri reperti e nel 2010 ci furono le prime immersioni subacquee.
I resti degli affreschi della villa, che si sono salvati perché coperti da uno strato limoso della laguna che ha creato un ambiente protettivo, indicano che la villa romana di Lio Piccolo era un’abitazione ricca, con le sue sale destinate ai banchetti e al ricevimento di ospiti.
Le datazioni al radiocarbonio effettuate collocano queste pitture tra il I e il II secolo d.C. Quattro frammenti riaccostati mostrano il dipinto di un paesaggio lagunare con un edificio porticato che si rispecchia nell’acqua. Per questo, si è ipotizzato che raffigurasse la stessa villa, dietro la quale c’era una rigogliosa vegetazione.

Autore: Consuelo Terrin

Fonte: www.metropolitano.it, 30 giu 2023

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