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BRESCIA. La “Vittoria alata” torna a volare: dopo il lungo restauro trova casa al Capitolium.

vittoria

La Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue di epoca romana, ritorna a Brescia dopo due anni di restauro.
Partita per Firenze due anni fa, a prendersi cura di lei sono stati gli specialisti dell’Opificio delle Pietre Dure, che hanno eseguito prima una pulitura della scultura, realizzata nel I sec. D. C., a cui è seguita la rimozione controllata dei materiali che la riempivano e della struttura interna di epoca ottocentesca, alla quale si agganciavano le ali e le braccia della “Vittoria”. Infine, è stata eseguita una copertura con un materiale protettivo. “Questo grande lavoro ci ha consentito di dare uno statuto rivisto alla scultura, un’opera completamente organica alla romanità, non più un pastiche ellenistico romano, ma un grande capolavoro di oltre due metri, unico bronzo ritrovato nell’Italia settentrionale”, spiega Karadjov, fondatore della Fondazione Brescia Musei.
L’evento donerà ancora più prestigio all’importante sito Brixia – Parco Archeologico di Brescia Romana, con la collocazione nel Capitolium di questo incredibile capolavoro in bronzo. Il nuovo allestimento museale si pone all’avanguardia nella museografia internazionale e porta la firma dell’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, che lo ha concepito per esaltare ancora di più le caratteristiche materiche e formali dell’opera.
La storia del ritrovamento della Vittoria Alata ha dell’incredibile. La statua venne scoperta nel 1826, durante gli scavi archeologici condotti nell’area dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia, che portarono alla luce anche sei teste di età imperiale e centinaia di altri reperti in bronzo.
La scultura era stata nascosta in un’intercapedine dell’antico tempio, probabilmente con l’intento di preservarla da eventuali distruzioni. Grazie a questa intuizione, la Vittoria Alata si può ammirare oggi in tutto il suo splendore, inoltre rappresenta uno dei pochi casi di statue in bronzo conservatesi fino ai giorni nostri, nonché l’unico nel Nord Italia.
Tra le opere più importanti della romanità per composizione, materiale e conservazione, la Vittoria Alata è stata prodotta con molta probabilità intorno alla metà del I secolo dopo Cristo. Dal giorno della scoperta, la sua fama si diffuse in tutta Europa, tanto che Napoleone III ne richiese una copia, ora visibile al Museo del Louvre. A volerne una copia fu anche Gabriele D’Annunzio, mentre Giosuè Carducci la celebrò nell’ode “Alla Vittoria”.
Realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa indiretta, la scultura è stata forse ispirata a modelli più antichi. Gli interventi di ricerca e restauro, condotti dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, hanno coinvolto circa trenta professionisti e grande cura è stata dedicata alla progettazione e realizzazione di un nuovo supporto interno alla statua, altamente tecnologico, per sorreggere le ali e le braccia, che furono trovate staccate dal corpo centrale nel 1826 e che fino a due anni fa erano sostenute dal dispositivo ideato nell’Ottocento.
La scelta di un pavimento in terrazzo veneziano, che si rifà ai tradizionali pavimenti romani, convive perfettamente con le ragioni della sicurezza e della stabilità della Vittoria Alata, collocata su un piedistallo cilindrico in pietra di Botticino, garantita da una piattaforma antisismica progettata ad hoc.
A rendere più suggestiva un’opera di per sé incredibile, la luce artificiale concentrata in un’unica lampada composta da diversi corpi illuminanti che, simile a una luna solitaria, conferisce all’aula una dimensione fuori dal tempo.
Per festeggiare il ritorno della Vittoria Alata, icona della città tra le più belle perle medievali la Fondazione Brescia Musei ha studiato un ricco palinsesto di eventi espositivi imperdibili al Museo di Santa Giulia e al Capitolium.

Autore: Filomena Merola

Fonte: www.qaeditoria.it, 21 dic 2020

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