Archivi

Benedetto Di Mambro. Altare longobardo in Santa Maria Maggiore a Sant’Elia Fiumerapido (Fr).

fiumerapido

E’ tornato alla luce, a Sant’Elia Fiumerapido, un altare di epoca longobarda nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Quando qualche mese addietro fu scoperto, nascosto da un altare di epoca molto successiva e più grande, qualcuno lo catalogò come di “ordine bizantino”. Probabilmente furono il pavimento musivo bizantino del presbiterio ed un affresco posto sul lato anteriore dell’altare, anch’esso di stile bizantino, a fuorviare le attenzioni dello studioso del momento.
Il pavimento musivo del presbiterio dell’antica chiesa misura metri 7,38 x 1,64, e ci rimanderebbe all’ XI secolo, in epoca desideriana, quando architetti di provenienza orientale erano largamente presenti all’ombra di Montecassino. Altri tasselli musivi bizantini arricchiscono il piano dell’altare fin nell’ incavo absidale.
Una prima cella benedettina era già stata eretta nel IX secolo nell’odierna località di Santa Maria Maggiore, lungo il sentiero che da Montecassino conduceva al monastero benedettino gisulfiano (796-817) di Sant’Angelo in Valleluce. Era uno spoglio luogo di preghiera che serviva anche come postazione di sosta per i pellegrini che percorrevano quel tratturo.
Diversi anni dopo, nel X secolo, l’Abate Mansone (985-996), di origine longobarda e cugino del principe longobardo di Capua Pandolfo I Capodiferro, fece ingrandire la cella, mutandola secondo le prime forme architettoniche romaniche, così come oggi essa appare. Allo stesso periodo è da far risalire l’altare recentemente riportato alla luce. E’ racchiuso dall’abside romanico, rivolto ai fedeli e delle misure di cm. 105x113x88.
Fu sicuramente un secolo dopo che l’abate Desiderio (1058-1087) fece arricchire il pavimento del presbiterio con le geometrie bizantine delle tessere policrome incastrate fra di loro. Anche l’affresco nel retro dell’altare rimanda allo stile bizantino.
L’altare rimase intatto e resistette fino al XVII secolo quando gli fu addossato un altro più grande e in travertino su cui fu innalzata la statua coeva della Vergine.

Autore: Benedetto Di Mambro – benedettodimambro62@gmail.com

Segnala la tua notizia