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AQUILEIA (Ud). Il museo della Domus e del Palazzo episcopale.

L’area archeologica di piazza Capitolo denominata “Domus e Palazzo Episcopale” è una nuova struttura di protezione e valorizzazione realizzata dalla Fondazione Aquileia.
L’edificio completa la riqualificazione della piazza della Basilica sul lato nord e restituisce alla fruizione del pubblico un importante spaccato della vita aquileiese.

Pianta dell'area di piazza Capitolo
Pianta dell’area          di piazza Capitolo

E’ possibile ammirare la sovrapposizione di livelli pavimentali di epoche diverse. L’area archeologica “Domus e Palazzo episcopale” è frutto di una lunga storia di valorizzazione, iniziata con l’acquisizione, da parte dello Stato, di un rustico privato denominato “Stalla Violin”.
Già negli anni Cinquanta la Soprintendenza alle Antichità delle Venezie aveva condotto i primi scavi in quest’area, sotto la direzione dell’archeologa Luisa Bertacchi, ed erano stati messi in luce (e lasciati in vista) tre ambienti di un ampio complesso, identificato come un settore del palazzo episcopale risalente al V secolo.
Tra il 2009 e il 2010, nuove indagini promosse dalla Fondazione Aquileia, con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia del Frili Venezia Giulia, hanno portato alla scoperta di una sala mosaicata (inizio IV secolo) dotata di abside.
È stata la Fondazione a decidere di attuare un progetto di copertura e di musealizzazione del sito per consentire la protezione dei resti archeologici e permettere contestualmente al pubblico di apprezzarli.
Con l’avvio del cantiere, all’inizio del 2016, ulteriori scavi hanno raggiunto i livelli del I-II secolo e hanno imposto una variante al progetto originario, che è confluito nell’attuale struttura.
Oggi sono visibili i resti di uno degli isolati della città romana che si svilupparono, alla fine del I secolo avanti Cristo, fuori dalla cinta muraria originaria, eretta quasi due secoli prima. Il percorso di visita si snoda tra strutture e pavimenti musivi delle diverse fasi edilizie del sito, visibili a profondità diverse (si raggiungono i 4 metri sotto il piano di campagna attuale).
Il visitatore può effettuare un viaggio emozionante nel ventre di Aquileia, ammirando le strutture della domus datata I-II secolo, la grande aula absidata del IV secolo e gli estesi resti musivi e murari del palazzo episcopale del V secolo.
Proprio i resti musivi s’incontrano per primi nel percorso di visita. La lunga sala, collegata probabilmente al complesso basilicale, faceva parte della residenza di rappresentanza del vescovo di Aquileia, la cui autorità era cresciuta in maniera significativa durante il IV secolo.
Il muro occidentale divideva la sala da un’area esterna lastricata (scavata nel 2010 e oggi non più visibile), che è stato possibile datare tra la fine del IV e l’inizio del V secolo dopo Cristo grazie al rinvenimento di alcune monete. Il mosaico, databile nel corso del V secolo dopo Cristo, è suddiviso in due tappeti di diversa ampiezza, separati da una fascia di tessere gialle.
Nella porzione settentrionale c’è un motivo a piccoli quadrati concentrici attorno a un bottone nero realizzati con l’utilizzo di tessere di cotto. Il più ampio spazio di forma allungata, invece, è decorato da una composizione a reticolato ornata da losanghe e quadrati. Al centro del percorso espositivo e al livello più profondo, invece, si conserva parte di una casa del I secolo dopo Cristo, con i resti di muri recanti ancora la decorazione ad affresco per un’altezza di più di un metro.
Il percorso si conclude con la splendida sala absidata di una domus di IV secolo, scoperta tra il 2009 e il 2010.

Autore: Elisa Michellut

Fonte: www.messaggeroveneto.it, 6 apr 2017

Info:
ingresso libero tutti i giorni, dalle 10 alle 19.

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