Archivi

TEANO (Ce). Ripulito materiale archeologico da volontari.

Archeologia e volontariato, un connubio in grado di valorizzare e riportare alla luce migliaia di reperti archeologici che sembravano inevitabilmente abbandonati.

Si tratta di oltre trecento casse di frammenti: coppe, anfore, lacrimatoi ed altri oggetti votivi o d’uso comune, emersi durante le campagne di scavo che hanno interessato, negli ultimi cinque anni, il Teatro Romano di Teano.

Un lavoro delicato, pieno di soddisfazioni e spesso sorprendenti scoperte, portato avanti ormai da tre mesi da un gruppo di venti giovani studenti universitari ed esperti in conservazione e catalogazione in beni culturali. Tutti appartenenti alle Pro Loco di Teanum Sidicinum e Vairano Patenora.

A lanciare l’idea, subito raccolta e favorita archeologo Francesco Sirano anche responsabile del museo nazionale sidicino, è stato il presidente della Proloco Antonio De Simone.

«Sapevo di quei frammenti – dice De Simone con un filo di legittimo orgoglio – ma non ne conoscevo la quantità e lo stato di conservazione. L’unica notizia certa era l’esistenza di un buco nella legge che regola i finanziamenti europei».

Il loro recupero, che comunque comporta un grosso impiego di tempo e personale qualificato, infatti, non è contemplato tra le voci dei fondi europei destinati agli scavi e al recupero di reperti, come dire, integri ed immediatamente fruibili. Il laboratorio è stato allestito in uno spazio dell’antico loggione della Cavallerizza che sovrasta il museo. Si procede a fasi d’avanzamento. Il primo stadio è quella del lavaggio dei singoli frammenti. E nel modo più semplice possibili: con acqua e spazzolone. I pezzi lasciano così la «brandina di lavaggio» per essere messi ad asciugare per sgocciolamento. Il lavoro successivo è quello della suddivisione per parti omogenee.

Tutte le anse con le anse, i bordi superiori delle coppette in un solo contenitore; così come per i fondi e tutto il resto. Ogni passo progressivo è accompagnato da un’opera di catalogazione, misurazione, disegno e reportage fotografico.

Lo scopo è certamente quello di giungere alle fasi finali di ricostruzione, consolidamento e integrazione. Ogni singolo frammento rinvenuto, infatti, può fornire informazioni utili ed esclusive a tutta la «filiera archeologica» e persino a studiosi d’altri campi, da quello alimentare a quello medico, per l’analisi interdisciplinare, per esempio, degli usi alimentari e delle patologie di cui potevano essere affette le popolazioni osco-romane.

Si può arrivare a questo, ma l’obiettivo più ambizioso del responsabile del Museo e dei volontari è quello di giungere, frammento dopo frammento, al recupero di reperti da inserire tra le sue già cospicue collezioni di testimonianze perfettamente conservate e provenienti dagli scavi nel centro antico e del territorio di Teanum Sidicium.

È già previsto, tra l’altro, che il Museo possa ospitare anche una sezione dedicata agli scavi urbani e quindi dagli oggetti recuperati, anche con quest’ultima opera dei giovani volontari, dal teatro romano.


Fonte: Archemail Newsletter 23/01/2008
Cronologia: Arch. Romana

Segnala la tua notizia