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SUSA (TO) – Un “giallo” di mille anni fa.

Proprio mentre sotto la Chiesa della Madonna del Ponte, nel cuore di Susa, l’architetto Michele Ruffino stava eseguendo i lavori per la collocazione di un ascensore che avrebbe portato ai piani superiori del Museo Diocesano, sono stati scoperti dei muri a forma di abside vicinissimi alla chiesa e adiacenti all’antica via francigena.

Ora la Sovrintendenza stabilirà l’esatta epoca di questa costruzione che si può collocare nell’Alto Medioevo. E che si tratti di una chiesa lo si deduce anche in parte dal fatto che sono state trovate delle ossa, era usanza nel passato seppellire proprio sotto le chiese i defunti.

“Ma qui si possono liberare le briglie della fantasia – spiega don Gianluca Popolla, il curatore del Museo Diocesano – durante gli scavi è venuto alla luce un osso profondamente inciso da una lama tagliente. Si tratta della vittima di una battaglia, di un incidente o piuttosto di un omicidio? Le ipotesi si alternano, tingono di giallo questa scoperta, ma soprattutto portano alla luce delle pagine di storia sino ad oggi ignorate”.

Altre pagine di storia invece sono ben esposte all’interno del Museo Diocesano in via Mazzini 1, dove, racchiuse in vetrinette, il visitatore scoprirà attraverso l’arte sacra le ricchezze di questa valle. E fin dal suo ingresso, quando si trova a passeggiare con un po’ di circospezione su di un cristallo dal quale si ammira un tratto della via francigena sottostante, accompagnato da una musica sacra di sottofondo, entra in un’atmosfera che lo riporta indietro nei secoli.

Tre sono le sezioni, il tesoro della Cattredale di San Giusto (Basilica edificata nel 1027), il tesoro della Chiesa della Madonna del Ponte ed infine la statuaria lignea e le oreficerie provenienti da numerosi luoghi della Val Susa. “Qui troviamo opere che coprono un arco temporale, che va dal II al XX secolo – sottolinea don Popolla – dove dunque è possibile percorrere virtualmente 2000 anni di cultura e di arte alpina”. Ai paramenti sacri, quelli ricamati con diversi chili di filo d’oro, si affiancano gli inquietanti battacchi, i “gargoi”, in bronzo provenienti dalle porte della cattedrale. Di particolare bellezza poi i due cofanetti longobardi, realizzati in osso e legno. Curioso il bussolotto per le votazioni, in legno tornito e dipinto, dove durante le consultazioni veniva deposto un fagiolo bianco o uno nero. Nel museo è esposto anche un trittico in bronzo che la tradizione vuole sia stato collocato per voto in una cappella scavata nella roccia in cima al Rocciamelone da Bonifacio Rotario. Fra le curiosità del museo un antico documento del Papa datato 1581 con il quale si prendevano provvedimenti nei confronti di alcuni monaci che si ubriacavano nelle taverne e davano vita a violente scazzottate.

Ma un sistema museale deve essere in grado di far parte integrante di un territorio, elemento attrattivo ma anche volano per un modello turistico. E così Susa, capoluogo culturale, è collegata con altri siti museali.

A Melezet, frazione di Bardonecchia, a ridosso delle piste da sci, vi è un’importante raccolta di oreficerie, a Giaglione si possono ammirare delle opere statuarie seicentesche, a San Giorio di Susa vi sono le testimonianze celtiche, un completo ciclo affrescato del XIV secolo, mentre a Novalesa, poco distante dalla storica Abbazia Benedettina, si possono ammirare nella Parrocchiale del paese dei dipinti della scuola del Caravaggio, del Rubens, del Le Moine e di Daniele da Volterra, opere prelevate da Napoleone in diversi palazzi reali e portate a Novalesa.

A Susa il Museo Diocesano si arricchirà presto di una nuova struttura; sono in corso i lavori per realizzare delle sale multimediali, ma soprattutto proprio qui, sulle sponde della Dora, nascerà un laboratorio per il restauro, che sotto l’occhio di qualificati esperti porterà posti di lavoro in val Susa. “In questa valle – conclude don Popolla – stiamo collaborando ad un importante percorso di crescita, che vede negli impianti sciistici, nello sport e nella natura il presente da riqualificare, nella storia e nell’arte la memoria da attualizzare e nei giovani il futuro da progettare”.
Fonte: La Stampa
Autore: redazione
Cronologia: Arch. Medievale

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