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SOMMA VESUVIANA (NA): Ritrovato il busto di un atleta di 2000 anni fa sotterrato dal Vesuvio.

Il reperto, in marmo, di ottima fattura, secondo le prime ipotesi sarebbe la copia di un originale del IV secolo a.C: e appartiene a una delle statue che arricchivano le nicchie laterali del portico della Villa d’Augusto. L’eccezionale scoperta, a pochi giorni dal ritrovamento della “peplofora” è stata fatta a Somma Vesuviana dalla missione archeologica giapponese.

Manca della testa e delle braccia e ha le gambe spezzate poco sopra le ginocchia, il busto di quella che potrebbe essere la raffigurazione in marmo di un atleta di duemila e passa anni fa. Il frammento è stato intercettato dagli archeologi della missione scientifica giapponese, che coordinata dal professor Masanori Aoyagi (è docente Ordinario di Archeologia, Preside della facoltà di Lettere, ex Rettore dell’Ateneo tokiota e capo del Comitato Culturale dell’Unesco per il Giappone) dell’Università di Tokio e su concessione della Soprintendenza Archeologica di Napoli, da circa un mese ha affrontato la seconda campagna di scavi per riportare alla luce una grandiosa villa del I secolo a.C..

La fabbrica, che secondo le prospezioni effettuate con i georadar si estende su una superficie di migliaia di metri quadrati, fu stimata da Matteo Della Corte, inventore dell’Epigrafia pompeiana, come la villa dove morì l’imperatore Augusto nel 14 d.C.. La statua era nascosta sotto un cumulo di terreno e quasi al centro dell’area che si estende all’interno del maestoso portico. Quasi certamente, secondo gli specialisti, il marmo sarebbe stato sbalzato dalla nicchia che l’ospitava, a cinque metri d’altezza, dalle violenti scosse di un terremoto d’origine vulcanica. Il sisma, precursore dell’eruzione di Pollena, datata alla seconda metà del IV secolo d.C., avrebbe sconvolto l’intera struttura, sotterrata, poi, dalle ceneri espulse dal Vesuvio durante quell’evento eruttivo.

La villa, difatti, pur rimanendo colpita e semisepolta da lapili, ceneri e pomici dell’eruzione del 79 d.C., a detta degli scienziati, era stata prontamente ripulita e recuperata dai crolli. Venendo, poi, coperta, parzialmente, durante l’eruzione di Pollena e, interamente – come suggerisce Aoyagi – nel corso di quelle medioevali. Lo scavo è frutto di una cooperazione interdisciplinare tra scienziati nipponici super specialisti e che utilizzano strumentazioni scientifiche all’avanguardia per lo studio di discipline quali Biologia antica, Archeologia, Sismologia, Vulcanologia, Architetura antica.

Le ulteriori indagini delle prossime settimane, secondo gli addetti ai lavori, potrebbero permettere il recupero delle parti mancanti della statua, che in tal modo sarebbe ricostruita e fornirenne preziose indicazioni sulla sua provenienza e sulla maestria della bottega artigiana che la produsse.
Fonte: CulturalWeb 06/10/03
Autore: Carlo Avvisati
Cronologia: Arch. Romana

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