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SIRACUSA. Santa Lucia riapre le sue antiche catacombe.

Tra sepolcri a baldacchino, loculi e ipogei, rappresenta il più antico documento della Chiesa a Siracusa e in Sicilia, testimoniando la vitalità della comunità cristiana già nella prima metà del III secolo.
Ha riaperto ieri sera al pubblico la catacomba di Santa Lucia a Siracusa, il cimitero sotterraneo paleocristiano cui si accede dalla chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. La Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (Ispettorato per le catacombe della Sicilia Orientale), in collaborazione con l’arcidiocesi di Siracusa, la Provincia e la società di servizi «Kairòs» ha consentito di fare un salto nella storia, permettendo di visitare le gallerie e le sepolture che la tradizione lega anche al sepolcro della martire patrona di Siracusa. Santa Lucia, infatti, sarebbe stata deposta in un sepolcro ad arcosolio che fu isolato nel 1685 per poi essere inglobato nella soprastante chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.
Nonostante si tratti di una parziale apertura del sito, l’area costituita dalle catacombe di San Giovanni, Vigna Cassia e Santa Lucia nella città siciliana costituisce il complesso cimiteriale più importante dopo Roma. In origine le catacombe furono solo luoghi di sepoltura; i cristiani vi si radunavano per celebrare i riti funebri, gli anniversari dei martiri e dei defunti. Durante le persecuzioni, in casi eccezionali, le catacombe servirono come luoghi di rifugio momentaneo per la celebrazione dell’Eucarestia. Terminate le persecuzioni, soprattutto al tempo del papa Damaso I, fra il 366 e il 384, le catacombe divennero santuari, centri di devozione e pellegrinaggio.
In particolare, la catacomba di Santa Lucia è posta nel quartiere della Borgata, nella zona sud-orientale della città, a 150 metri dal mare. Durante il lunghissimo periodo che va dal III secolo d.C. all’età normanna, la catacomba ha subito notevoli modifiche. Il complesso funerario, costituito da un cimitero di comunità e da alcuni ipogei privati, viene suddiviso in 4 regioni collegate da gallerie, alcune utilizzate come rifugio antiaereo nella Seconda guerra mondiale. Il cimitero sarebbe stato scavato dalla metà del III secolo al IV-V secolo d. C.
Il cimitero sotterraneo di Santa Lucia era un luogo molto conosciuto tra gli antichi scrittori, ma con il tempo se ne è persa la memoria, forse anche perché la sua posizione centrale l’ha esposto ai saccheggi più di altre catacombe. I primi studi sistematici furono eseguiti nel 1887 dall’allora direttore del Museo archeologico di Siracusa, Saverio Cavallari; solo negli anni della Prima guerra mondiale, con Paolo Orsi, il sito cominciò a essere indagato con maggiore scientificità. Tra le tipologie tombali rinvenute vi sono i sepolcri a baldacchino o ad alcova, loculi grandi e piccoli, ipogei di medie dimensioni, mentre le gallerie servono solo per dare accesso alle singole sepolture.
Oggi la catacomba appare spogliata dai numerosi saccheggi, rimane qualche resto degli affreschi che decoravano l’ambiente e alcuni iscrizioni. Nella parte nord-est sono state rinvenute decorazioni e soprattutto un grande coperchio in marmo inciso a squame.


Fonte: Avvenire 19/01/2006
Autore: Alessandra Turrisi
Cronologia: Arch. Medievale

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