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SALVE (Le). Eccezionale ritrovamento in Puglia: una tomba megalitica collettiva dell’età del Bronzo.

Del mese scorso è la notizia di un rinvenimento straordinario in territorio salentino. Durante la campagna di scavo, diretta dalla Prof.ssa Elettra Ingravallo, docente di Paletnologia e di Protostoria mediterranea presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Lecce, nel territorio del comune di Salve, in località Pescoluse, è stata ritrovata una tomba risalente alla prima età del Bronzo (2500 a.C).
Si tratterebbe di un monumento funerario megalitico, la cui scoperta si è subito rivelata sensazionale per l’eccezionale stato di conservazione della tomba che rappresenterebbe pressoché un “unicum” nella protostoria meridionale per la precisione con cui può essere datata.
È stata la stessa docente, durante una conferenza tenutasi sul luogo del rinvenimento, ad ufficializzare la notizia e a presentare una prima descrizione del manufatto, una tomba collettiva che sarebbe stata ritrovata sotto un cumulo di terra e pietre che coprivano un’area recintata da un muro in pietra, di cui rimangono solo due lati, ma il cui profilo è facilmente ricostruibile.
All’interno vi era una grande cassa rettangolare formata da lastroni, contenente numerosissime ossa e oggetti di corredo simili a quelli rinvenuti nella Grotta dei Cappuccini a Galatone, sempre nel leccese, datata tra il 2500 e il 2300 a.C., che costituiva sino ad oggi l’unico modello di sepoltura plurima accertato.
La scoperta di Salve dimostra, invece, come ha affermato la studiosa, impegnata da anni nell’approfondimento dell’aspetto del Bronzo iniziale del Salento, che tra la fine dell’Eneolitico e la prima età del Bronzo convivevano certamente differenti tipologie funerarie collettive, organizzate in grotte naturali o artificiali, anche se la mancanza di materiale archeologico ne aveva impedito un sicuro inquadramento cronologico e una chiara definizione cultuale.


Mail: rossella_it@hotmail.com
Autore: Maria Rosa Turi
Cronologia: Preistoria

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