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RUDA (Ud). Affiora una casa romana.

Bilancio estremamente positivo per la terza campagna di scavo messa in atto dall’amministrazione comunale, assieme al gruppo archeologico Natiso Cum Turro supervisionato dall’archeologo Cristiano Tiussi in località La Fredda.
Ieri mattina, alla presenza della Soprintendente reggente per i beni archeologici del Fvg Franca Maselli Scotti e dell’assessore regionale Roberto Molinaro, sono stati presentati i risultati della campagna di scavo appena conclusa.
Nelle due precedenti campagne i volontari, guidati da Tiussi scoprirono tracce relative a una conduttura idrica, larga internamente all’incirca 60 centimetri, sicuramente di età romana e significativi piani di ghiaia che fanno supporre ad un’antica strada che correva vicine all’antico acquedotto trasportava l’acqua dalla vicina zona delle risorgive ad Aquileia poco distanti, rifornendo Aquileia.
La campagna del 2008 ha confermato quanto si era supposto.
«Sono state rinvenute tracce della strada romana che congiungeva Aquileia a Cividale, dalla larghezza di una decina di metri – ha spiegato Tiussi – e sono state trovate prosecuzioni della condotta idrica segnalate da due blocchi di pietra calcarea. Tra i reperti – ha proseguito il ricercatore – sono stati rinvenuti un anello di bronzo con un sigillo raffigurante un cervo con un serpente in bocca, due fibule e dieci monete databili al 4° secolo dopo Cristo».
Il ritrovamento delle monete e quello di cornici di pietra con l’incisione “R. I.” fanno pensare all’esistenza di un edificio di una certa importanza nella zona oggetto di scavo. Da qui l’appello del sindaco di Ruda, Palmina Mian, di concerto con la Soprintendente Maselli Scotti, alla Regione affinché metta a disposizione dei fondi necessari all’acquisto del fondo.
«Si tratta di un ettaro di terreno agricolo – ha spiegato il sindaco – e il nostro bilancio non ci permette di investire così tanto in cultura. Ci troviamo in questo momento ad un giro di boa».
Il proprietario del fondo, che lo aveva messo a disposizione degli archeologi, è deceduto quest’anno e si ipotizza l’alienazione del terreno ad un imprenditore agricolo che vi pianterebbe degli alberi, coltura non compatibile, come quella attuale, con l’attività di scavo.
La Soprintendenza è in procinto di vincolare l’area ma l’acquisto da parte dell’amministrazione pubblica metterebbe a disposizione il fondo ai ricercatori, attuando sinergie tra Comune, Soprintendenza, volontariato e Università.


Fonte: Messaggero Veneto 21/10/2008
Autore: Gessica Mattalone
Cronologia: Arch. Romana

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