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ROMA. Sull’Aventino individuato il Tempio della dea Diana.

In pianta, il giardino dell’ Istituto nazionale di studi romani presenta un disegno a forma di X. Sembra un segno fatto apposta – come la W del film Questo pazzo, pazzo mondo – per iniziare a scavare. Alla ricerca di uno straordinario tesoro. Nascosto, forse, al centro delle diagonali incrociate. In quel punto, sotto il manto di brecciolino del belvedere sul Tevere in dotazione all’ex convento intitolato ai santi Bonifacio ed Alessio, potrebbero infatti sorgere le rovine del gigantesco, e mai individuato, tempio di Diana. Il primo nascondiglio dove (nel 122 a.C.) Gaio Gracco tentò inutilmente di scampare alla morte. “Ritirandosi sull’Aventino”.

E’ l’ipotesi che l’archeologa Laura Vendittelli ha presentato al pubblico. Proprio all’Istituto di studi romani, ma nella sede dei vicini di casa: quel Pontificio ateneo di S.Anselmo (piazza Cavalieri di Malta 5) che ha collaborato all’organizzazione del ciclo di “Incontri culturali aventinesi” sull'”Aventino, colle sconosciuto”.

Partendo dai frammenti 21 e 22 della Forma Urbis, la Vendittelli basa la sua ipotesi sostanzialmente su tre elementi:
1)una pianta del 1924 dell’Aventino che dimostra come prima degli anni Trenta il colle, distribuito alla plebe nel 456 a.C., presentasse quegli spazi rettilinei ed ampi tanto da ospitare un tempio ottastilo delle dimensioni della casa di Diana con accanto quella di Minerva;
2) torsi, statue e un simulacro di Diana Efesina ritrovati nel 7-800 in quella zona;
3) una Passio di VI-VII secolo che ricorda come Santa Eugenia, dopo essersi rifiutata di adorare la Dea cacciatrice e aver mandato miracolosamente in frantumi la statua, fosse stata gettata con un peso al collo nel Tevere. E dove se non dal punto più alto, e sul fiume, dell’Aventino, ossia la sede dell’Istituto studi romani?

La tesi della studiosa in forza alla Soprintendenza statale ha convinto i padroni di casa. C’è da giurare che gli accademici poseranno le penne e impugneranno le vanghe. “Siamo pronti a mettere a disposizione i nostri archeologi per seguire lo scavo nel giardino” annuncia il presidente, il professor Mario Mazza, anche a nome dei 50 membri ordinari. “Ben vengano gli sponsor” gli fa eco il coordinatore, Massimiliano Ghilardi. La caccia al tesoro, e ai fondi, è gia partita.

 


Fonte: La Repubblica 26/01/2007
Autore: Carlo Alberto Bucci
Cronologia: Arch. Romana

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