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ROMA. I segni del potere: realtà e immaginario della sovranità nella Roma imperiale.

Un’esposizione eccezionale per un ritrovamento archeologico che non ha eguali.
“I Segni del Potere” è il titolo della presentazione degli scettri, delle lance da cerimonia e dei portastendardi imperiali trovati alle pendici del Palatino durante uno scavo condotto dall’Università di Roma “La Sapienza” su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sotto la direzione di Clementina Panella, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Archeologiche e Antropologiche dell’Antichità.
Scettri e stendardi, simboli del potere dell’antica Roma, erano noti fino ad oggi solo attraverso le fonti iconografiche: dalle monete ai dittici, dai bassorilievi alle pitture di età imperiale. Adesso i preziosi manufatti trovati al Palatino danno valore scientifico alla tradizione.
Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme accoglie questo tesoro con un allestimento progettato per l’evento e pensato come un prezioso scrigno all’interno degli spazi del Medagliere. Qui sono esposti lo scettro con sfera in vetro verde, le due sfere in vetro dorato appartenenti ad un secondo scettro, il globo in calcedonio che, con molta probabilità, rappresenta la Terra ed era sormontato da un’aquila o dalla Vittoria, i quattro portastendardi in oricalco e ferro, e le due lance da parata con punte a sei lame. Un ricco apparato iconografico costituito da monete, dittici d’avorio, cammei e rilievi accompagna la lettura del ritrovamento che viene datato tra la fine del III secolo e gli inizi del IV secolo d.C.

Il luogo del ritrovamento
Lo scavo delle pendici nord-orientali ha restituito un’importante stratigrafia di terre e murature databile dall’VIII secolo a.C. ai nostri giorni e ha riportato alla luce situazioni e oggetti di straordinario valore storico, antiquario e storico. artistico, tra i quali spiccano le insegne imperiali. La fossa che le conteneva è stata scavata in uno dei vani seminterrati di una terrazza appartenente al settore Palatino della reggia di Nerone nota con il nome di Domus Aurea. A differenza di quanto accade altrove i Flavi, succeduti nel 69 d.C. a Nerone, non distruggono le terrazza ma la completano, realizzandovi accanto un tempietto che, affacciandosi sulla piazza dove svettano il Colosseo e la Meta Sudans, occupa l’angolo della pendice palatina. Incluso nel perimetro del palazzo imperiale, questo complesso rappresenta credibilmente la ricostruzione di un più antico santuario, bruciato anch’esso nel 64 d.C. Strettamente legato ad Augusto e alla sua famiglia, è stato identificato in via di ipotesi con le Curiae veteres che le fonti scritte attribuiscono a Romolo, che menziona come terzo vertice del limite sacro (pomerium) della città rotulea e che i Cataloghi Regionari ricordano ancora nel IV secolo d.C. nella X Regio (Palatium). Nonostante i massicci interventi che interessano questo settore urbano nel II e III secolo d.C., il sistema terrazza-santuario mantiene l’aspetto assunto con Flavi e resta in uso almeno sino agli inizi del V secolo d.C.

Datazione e interpretazione del ritrovamento
Per quanto riguarda la datazione, gli strati che coprono la fossa in cui erano riposte le insegne rimandano agli inizi del IV secolo d.C. L’appartenenza ad un imperatore è giustificata non dal singolo reperto, ma dal “corredo” nel suo insieme. Esso doveva essere di norma custodito nei pressi del luogo in cui è stato ritrovato. Alla luce di queste considerazioni non sembra impossibile collegare le insegne con Massenzio e il loro occultamento, fatto eccezionale, con la sua sconfitta e morte nella battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C. Tra gli ultimi decenni del III e gli inizi del IV secolo d.C. non vi sono momenti altrettanto cruciali, né nella storia della città, né in quella degli imperatori che esercitano stabilmente il loro potere in Roma e vi periscono tragicamente. Suggestiva è l’attribuzione a questo imperatore-tiranno, che nel rapporto con la Roma più antica cerca la legittimazione al suo potere, e suggestivo che il ritrovamento sia avvenuto in una zona che dalla tradizione scritta e dall’archeologia sappiamo così legati alla Roma delle origini e ad Augusto nella sua immagine di nuovo Romolo e rifondatore dello stato.

Info:
I segni del potere: realtà e immaginario della sovranità nella Roma imperiale
Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme – Largo di Villa Peretti, 1 – Roma
Orari: tutti i giorni dalle 9 alle 19,45. Chiuso il lunedì
Ingresso: intero 7 Euro, ridotto 3,50 Euro. Un biglietto consente l’accesso a tutte le sedi del Museo Nazionale Romano ed è valido per 3 giorni


Fonte: Archeomagazine.com 13/01/2008
Cronologia: Arch. Romana

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