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NEW YORK. La mummia-regina? Grassa, calva e barbuta.

La settimana scorsa, Zahi Hawass, segretario generale del Consiglio Superiore per le Antichità egizie al Cairo, ha annunciato di aver identificato la mummia femminile ritrovata già nel 1903 nella tomba KV60, vicino Luxor dopo più di un secolo di confronti, studi e ricerche.
Si tratta della regina Hatshepsut, nota come la donna che si nominò farone che ha regnato sull’Egitto 3.500 anni fa, nel 15 secolo prima di Cristo. L’identità di Hatshepsut è significativa visto che è stata definita dagli esperti come la più grande scoperta archeologica dai tempi del ritrovamento della tomba di Tutankhamon nel 1922, ed è stato accertato che si tratta chiaramente della prima «donna-faraone».

NON È CLEOPATRA – L’identificazione certa della mummia è stata possibile grazie al matrimonio tra tecnologia, scienza e archeologia; l’analisi di un dente molare perfettamente conservato è stata la chiave per risolvere uno degli enigmi della storia dei faraoni. Quel corpo di regina era avvolto dalle bende e cosparso di resine profumate.
Hatshepsut però, una delle sei regine dell’antico Egitto, quinto sovrano della XVIII dinastia, non era per nulla simile alla collega, la leggendaria Cleopatra. Questa la tesi avanzata in questi giorni dai ricercatori che l’hanno presa sotto esame.

CALVA, BARBUTA E DIABETICA – «Era una donna molto forte e capace di giocare sporco per salvaguardare i propri interessi, dimostrando di essere allo stesso livello degli uomini. Apparentemente usava il suo potere per governare le terre dalla foce fino alla fine del fiume Nilo solo per mangiare bene e in abbondanza», dice Meredith F. Small, antropologa dell’Università di Cornell negli Stati Uniti.
«Era una cinquantenne grassa, calva e barbuta», aggiunge la professoressa di New York. Secondo gli archeologi avrebbe persino sofferto di diabete. Niente oro, ornamenti o tesori grandiosi: la «signora di ferro», giaceva a terra nella tomba della sua nutrice Sitre-In.
«Una classica donna obesa come se ne trovano a migliaia ai giorni nostri», racconta la studiosa al magazine americano «Live Science».

MEZZA ETA’ – Grazie alla tomografia computerizzata e all’analisi del Dna i ricercatori hanno poi scoperto che la sovrana egizia, non solo soffriva di un gran mal di denti ma anche di quello che molte signore di mezza età al giorno d’oggi hanno più bisogno – un parrucchiere.
«Era calva su tutta la parte frontale del capo. Solo una coda di pochi e lunghi capelli copriva la zona posteriore della testa».
Hatshepsut insomma, soffriva anche della patologia chiamata «alopecia areata», ovvero di una repentina caduta dei capelli in più zone del cuoio capelluto.
Inoltre, sostengono gli scienziati, non era per nulla bella o attraente, come la definiremmo tutt’oggi: «I tratti somatici del viso la facevano assomigliare più ad un uomo che a una donna e inoltre, indossava gli abiti e gli ornamenti tipici dei sovrani maschi, compresi barba finta e copricapo».

«MONACA» – «Ma – come oggigiorno – l’abito non fa la ‘monaca’, una donna non si giudica dall’apparenza. Hatshepsut ha avuto potere e successo», dice la ricercatrice Small. Ha sposato uno dei suoi fratellastri, Thutmose II, inizialmente co-reggente insieme al figlio, si autoproclamò faraona, rimase al potere per 22 anni, uno dei regni più duraturi, prosperi e pacifici che abbia conosciuto l’Antico Egitto. «Una donna come se ne trovano poche», sostiene infine la professoressa.


Fonte: Corriere della Sera 09/07/2007
Autore: Elmar Burchia
Cronologia: Egittologia

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