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MOLISE. Viaggio alla riscoperta dei tratturi molisani.

Scendono e risalgono attraverso le valli abruzzesi e molisane, ben disegnati da siepi regolari da una parte e dall’altra, con il fondo verde, ma di un verde diverso da quello dei campi intorno. Se si vedono una sola volta si impara subito a riconoscerli.
Perfino molti dizionari descrivono il tratturo come un viottolo o una mulattiera, utilizzata in passato dai pastori per portare le greggi in pianura durante il freddo inverno, per poi tornare in montagna in primavera.
Se si spera di riconoscere un tratturo con queste povere indicazioni difficilmente si avrà successo.
I tratturi, tracciati da greggi e pastori che per secoli li hanno calpestati, sono larghi più di cento metri, e vanno dai monti dell’Abruzzo e del Molise fino al tavoliere delle Puglie.
Oggi, per visitarli, si può fare agevolmente e se si cercano delle guide esperte ci si può rivolgere alla Regione Molise. A questo proposito sono stati pubblicati diversi libri sui tratturi. Volendo, si possono percorrere i tratti dei due tratturi Celano – Foggia o Lucera – Castel di Sangro a piedi e perfino a cavallo, contattando gli agriturismo. Questi sono stati i principali promotori per la riscoperta dei tratturi e la loro valorizzazione.
I tratturi sono stati dichiarati patrimonio mondiale dall’UNESCO.
Durante il percorso si possono visitare centri storici come le fonderie di campane ad Agnone o i famosi reperti archeologici di Pietrabbondante. Il Parco dei Tratturi del Molise si trova tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e il Parco Nazionale del Gargano (Puglia) ed è nato nel 1997 con una legge regionale.
Si estende per 454 km ed ha una superficie di 4.086 ettari.
Le lunghe piste erbose sono inserite in un paesaggio fatto da montagne, colline, valli, intercalate da fiumi e laghi.
La flora è costituita da boschi di faggio, abete bianco, cerro e ampie zone a prato, mentre la fauna da cinghiali, lepri, tassi, donnole, faine, volpi, poiane, gufi, barbagianni, scoiattoli.

La pratica della Transumanza viene ancora praticata da una famiglia di pastori di Frosolone, i Colantuono che con la loro mandria di vacche fa ritorno alla montagna molisana proveniente dalla Puglia.

Tale rito viene ricordato a Frosolone con la Festa del Tratturo.


Fonte: Il Tempo 21/12/2008
Autore: Gabriele Pio Picciano Dante Bonsanto

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