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ISRAELE – URNA OFFRE LA PIU’ ANTICA TRACCIA DI GESU’

Un’urna funebre ignorata per 2.000 anni e riscoperta di recente in Israele sembra offrire la più antica traccia archeologica dell’esistenza di Gesù di Nazareth. Una scritta incisa sull’urna fa riferimento a Gesù ed è stata datata dagli esperti all’anno 63 d. C., circa tre decenni dopo l’epoca della crocifissione. L’annuncio della scoperta è stato dato il 21/10/2002 in una conferenza stampa a Washington organizzata dalla ‘Biblical Archeology Review’, la rivista archeologica che pubblica sul prossimo numero lo studio di Andre Lemaire, uno specialista francese di iscrizioni antiche. Ma la scritta, facendo riferimento al ‘fratello’ di Gesù, Giacomo, riapre anche interrogativi secolari sulla tradizione cattolica dell’ascesa in Cielo di Maria in condizione di ‘verginità perpetua’. L’esistenza storica di Gesù non è messa in dubbio dagli studiosi, compresi quelli non cristiani. Ma fino ad ora tutto ciò che è conosciuto sulla sua figura proviene dal Nuovo Testamento e non è mai stato trovato un manufatto del primo secolo collegato a Cristo. L’urna funebre sembra colmare questo vuoto, anche se lo stesso Lemaire lascia aperti gli interrogativi su dove sia stato custodito l’oggetto per oltre 19 secoli. Il proprietario dell’urna non aveva mai intuito la sua importanza fino a quando, la scorsa primavera, Lemaire ha avuto l’opportunità di studiarla. Il direttore della rivista archeologica, Hershel Shanks, ha potuto vederla il 25 settembre e la rivista ha deciso di pubblicare la storia.
Il proprietario dell’ossario in pietra calcarea ha chiesto di restare anonimo, per evitare l’assedio di giornalisti e religiosi e per non dover assicurare e proteggere l’urna, che per il momento non intende esporre pubblicamente. L’iscrizione studiata da Lemaire recita: ”Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù”.
Lo stile della scrittura e il fatto che urne del genere venivano utilizzate dagli ebrei solo tra il 20 e il 70 d.C. hanno aiutato la datazione. I tre nomi erano comuni, ma secondo gli studi si stima che all’epoca a Gerusalemme solo 20 persone di nome Giacomo potessero avere un padre di nome Giuseppe e un fratello di nome Gesù. Inoltre, nominare il fratello su un’urna, ha detto Lemaire, era assai inusuale, a meno che non si trattasse di un personaggio celebre, quale certamente era Gesù di Nazareth.
Uno storico ebreo del primo secolo ha poi tramandato che ”il fratello di Gesù il cosiddetto Cristo, che si chiamava Giacomo”, fu lapidato come eretico nell’anno 62 d.C. e se le sue ossa fossero state poste in un’urna, questo sarebbe avvenuto per tradizione proprio un anno dopo. Giacomo è indicato come ‘fratello’ di Gesù nei Vangeli e capo della Chiesa di Gerusalemme negli Atti degli Apostoli e nelle lettere di Paolo. La tradizione cattolica intende il termine ‘fratello’ come un’indicazione di parentela generica utilizzata all’epoca, ma l’iscrizione potrebbe riaprire la discussione storica e teologica sulla figura di Giacomo.
Fonte: ANSA
Autore: Carlo Benitti
Cronologia: Archeologia Partico-Sasanide

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