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ISRAELE: Studiosi riesaminano il mito Qumran.

Gioielli, cosmetici e resti di donne e bambini sono stati trovati dagli archeologi nelle grotte di Qumran, sulla sponda nord-occidentale del mar Morto, fino ad oggi considerate dagli studiosi sede di un antico monastero di Esseni, una setta ebraica di Asceti.

Il ‘mito di Qumran’ deve essere riesaminato – informa il quotidiano Haaretz, con un vistoso titolo in prima pagina – perche’ nel corso di ripetute stagioni di scavi archeologi israeliani hanno scoperto elementi che non si conciliano con il carattere severo e meditativo attribuito finora agli abitanti di Qumran.

In particolare, precisa il giornale, gli archeologi Yuval Peleg e Yitzhak Magen hanno scoperto oggetti di vetro importati dall’estero, pietre preziose, prodotti di cosmetica e utensili in ceramica di Nabatei.

”Non si puo’ certo dire che gli abitanti di Qumran vivessero in poverta’ ”ha detto Peleg, che ha aggiunto di aver trovato in un vicino cimitero i resti di donne e bambini dell’epoca degli esseni. La loro presenza risulta inspiegabile, se davvero quelle grotte fungevano da monastero. Gli esseni erano i membri di una setta ebraica ascetica del secondo secolo a.C. che praticavano la comunione dei beni, il celibato, e rituali di purificazione.

La attenzione su Qumran si polarizzo’ nel 1947 quando beduini trovarono i primi cinque di numerosi manoscritti di carattere teologico e liturgico. Da allora i rotoli del Mar Morto (molti dei quali hanno patito per la usura del tempo, malgrado il clima eccezionalmente secco del deserto) sono stati sottoposti a una complessa ricostruzione e a studi, che hanno innescato accese polemiche nel mondo accademico.

Commentando le rivelazioni di Peleg e Magen, l’ex responsabile per la archeologia del ‘Museo Israel’ Magen Broshi ha detto di restare persuaso che – malgrado tutto – Qumran fosse davvero un monastero. ”Se davvero sono stati ritrovati gioielli e prodotti di cosmetica – ha rilevato – essi evidentemente vanno attribuiti a legionari romani giunti in quella zona in un’epoca successiva”.

Fonte: CulturalWeb 30/07/04

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