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Il teschio etiope

UN TESCHIO di un milione di anni fa disseppellito in Etiopia rivela che i nostri cugini Homo erectus da lungo tempo estinti costituivano un gruppo molto vario e ampiamente diffuso, molto simile all’umanità attuale.

Questa scoperta potrebbe oggi smentire la precedente convinzione che questi fosse in effetti il risultato dell’unione di due specie diverse. L’Homo erectus, la cui denominazione scientifica significa “uomo in piedi”, è apparso sulla Terra circa 1 milione e 800 mila anni fa. In virtù della sua postura e del grande cervello, esso viene considerato il primo rappresentante di un gruppo i cui membri possano essere definiti a pieno titolo umani. L’Homo erectus ha abbandonato l’Africa e si è diffuso in tutto il continente Euroasiatico a partire dalla Cina orientale, verosimilmente spingendosi tanto lontano da raggiungere addirittura l’Inghilterra meridionale.

Con la sua fronte ossuta e la sua mascella possente, l’Homo erectus era anche in grado di maneggiare dei primitivi utensili di pietra e potrebbe essere stata la prima creatura in grado di sprigionare e utilizzare il fuoco. A partire dagli anni Ottanta, comunque, alcuni scienziati hanno suggerito l’ipotesi che, data l’enorme differenza riscontrata tra i fossili di Homo erectus di 1 milione e 700 mila anni fa provenienti dall’Africa e dall’Asia centrale e gli esemplari successivi risalenti a 700 mila anni fa, i primi appartenessero a una specie diversa, quella dell’Homo ergaster. Quest’ultima scoperta potrebbe invece smentire la recente teoria.

I lineamenti del teschio Il fossile ritrovato è sorprendentemente in ottime condizioni, se si considera che risale a un milione di anni fa, secondo quanto dichiara Berhane Asfaw dell’Università di Addis Abeba in Etiopia, uno dei membri del team che ha scoperto il teschio vicino al villaggio di Bouri, 230 chilometri a nord est rispetto ad Addis Abeba, nel 1997. «È una calotta cranica completa, nella quale sono riconoscibili tutti i lineamenti più importanti», sostiene Asfaw. La forma del teschio lo fa senza dubbio corrispondere alle fattezze dell’ultimo Homo erectus, ma esso presenta anche alcune caratteristiche in comune con gli esemplari più antichi, spiega Asfaw. Anche la sua età ci riconduce esattamente al periodo in cui l’Homo erectus e l’Homo ergaster potrebbero essersi differenziati. «Il nostro fossile mette chiaramente in relazione le forme asiatiche e quelle africane di Homo erectus», sostiene Asfaw.

A meno che non venga fuori dell’altro, secondo quanto crede Asfaw, questa scoperta suggerisce fortemente l’ipotesi che quella di Homo ergaster fosse una denominazione inappropriata. Alan Walker, studioso di evoluzione umana alla Pennsylvania State University di University Park, è d’accordo. «Spezzare la catena evolutiva parlando prima di un ergaster e poi di un erectus è del tutto arbitrario», sostiene.

Una rassomiglianza troppo piccola
Ma Bernard Wood dell’Università George Washington di Washington, DC, che per primo ha proposto l’identificazione dell’Homo ergaster come gruppo distinto, è fermamente convinto della sua idea. «È una scoperta incredibile» egli dichiara, e certamente importante per la storia dell’Homo erectus. Ma egli crede che la recente scoperta presenti una rassomiglianza troppo piccola con l’Homo ergaster perché si possa escludere l’ipotesi di una specie diversa. Anche se il teschio in effetti unifica gli Homo erectus come gruppo, in realtà il quadro della loro storia non ne risulta affatto semplificato. L’aver trovato in Etiopia un teschio che assomiglia agli Homo erectus dell’Asia orientale indica che le fattezze anatomiche, come la forma del cranio, potrebbero essersi modificate indipendentemente dalla localizzazione geografica. In passato invece, si credeva che la separazione geografica tra le diverse forme fossili di Homo erectus potesse spiegare il perché essi apparivano in un dato modo.
Fonte: Focus
Autore: Tom Clarke
Cronologia: Preistoria

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