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GRADO (Go). Nuovo reperto storico dalla laguna.

La laguna di Grado regala un nuovo reperto storico: si tratta di un ceppo d’ancora in piombo di tipo fisso, a sezione piena, con scatola quadrangolare, e braccio lungo 81 cm del peso approssimativo di 150-200 chili risalente al IV-II sec. a.C. Non si tatta un ritrovamento casuale, a dire la verità: la scorsa estate era stato un appassionato subacqueo a segnalare la presenza del reperto. Così, sotto la direzione della Soprintendenza dei beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, i sommozzatori del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza del Friuli Venezia Giulia, hanno iniziato una serie di ispezioni del fondale nel mare a largo di Grado, circa a tre miglia dal porto della località balneare. Il reperto archeologico, in discreto stato di conservazione, giaceva in un fondale di circa 13 metri. Dalla ricostruzione fatta dagli studiosi dell’Università di Trieste-Dipartimento di Scienze dell’Antichità, l’ancora originaria poteva aggirarsi intorno ad una lunghezza di 190 centimetri ed un peso di 400 chili il che farebbe supporre che sia potuta appartenere ad una nave di medio-grande tonnellaggio.

«Si tratta di un ritrovamento che ha abbastanza valore ­ spiega la Soprintendente ai beni archeologici, Franca Maselli Scotti -. Teniamo anche presente che sono già stati ritrovati diversi reperti nella Laguna di Grado e che si tratta di un frammento di un’ancora, non dell’intero oggetto».

Il collegamento fra Grado e Aquileia, fra porto romano fluviale di quest’ultima e la vicina località può sembrare ovvio ai profani, e con esso il ritrovamento di reperti romani. Ma, come ha osservato la soprintendente Scotti, la laguna di Grado non esisteva in età romana, nascendo solo intorno al 900 d.C. «Diverso il discorso per quel che riguarda la laguna di Marano, che invece esisteva in epoca romana».

Di fatto la laguna gradese potrebbe nascondere altri tesori: «Crediamo si possano trovare molti reperti antichi ­ ha osservato il maresciallo Vito Ruberto, del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza del Fvg ­ nascosti nel fondale marino della laguna. La fortuna di questo ritrovamento sta nel fatto che un cittadino abbia segnalato la presenza dell’ancora a chi di competenza»

Il recupero del ceppo è stato effettuato lo scorso 8 novembre e poi è stato sottoposto all’analisi degli esperti per individuare le caratteristiche più salienti: «Durante alcune ricognizioni subacquee ­ prosegue il maresciallo Ruberto ­ ci siamo resi conto che nell’area attigua non vi erano altri resti. Per sollevare il reperto dal fondale abbiamo utilizzato un cuscino d’aria fino alla superficie del mare». Dopodiché l’ancora è stata trasportata a terra da una motovedetta della Guardia di Finanza e, in attesa di consegnarla alla Soprintendenza per il restauro, è stata sistemata nella sede del comando Stazione Navale di Trieste.


Fonte: Il Gazzettino on-line 07/12/2006
Autore: Martina Apollonio
Cronologia: Arch. Romana

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