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BRASILE. Il primo americano? Era un nero…

Il parco nazionale della Serra di Capivara copre un’area di 300 chilometri quadrati. Si trova nella regione del Nord Est in Brasile. Esistono nel parco innumerevoli siti archeologici, costituenti le vestigia della cultura di gruppi umani che hanno abitato la regione migliaia d’anni fa: si tratta della più grande concentrazione mondiale di siti contenenti pitture e disegni rupestri.
Dal domani al 21 dicembre prossimo a Serra da Capivara si terrà un Simposio internazionale sulle origini dell’uomo americano, alla luce di nuove scoperte cui parteciperanno i maggiori studiosi del mondo.

Verranno esposte nuove teorie sull’immigrazione dall’Africa, che risalirebbe a un periodo da sessantamila a centomila anni fa. In quell’epoca una grande siccità colpì l’Africa sahariana; l’Oceano Atlantico aveva raggiunto un livello di 140 metri inferiore all’attuale, favorendo l’emersione di isole tra i due continenti. La navigazione verso l’America era possibile anche per il favore dalle correnti marine e dai venti orientali.
È molto probabile dunque che i primi uomini arrivarono in America dall’Africa e solo successivamente da Nord, attraverso lo Stretto di Bering. Certo, sono teorie che necessitano di verifiche incrociate molto rigorose prima di arrivare a conclusioni certe. Tra l’altro si dovranno studiare meglio le affinità tra le pitture rupestri africane e quelle americane.
Proprio la direttrice del museo di Serra da Capivara, Niéde Guidon, è considerata una tra le maggiori studiose d’archeologia in Brasile. La studiosa mi mostra due piccoli «pani» colorati conservati gelosamente in una teca. Uno di colore rosso ruggine, l’altro giallo senape. Lo scorso luglio sono stati scoperti in un sito di Serra da Capivara i pigmenti preistorici utilizzati dagli uomini primitivi per dipingere graffiti sulle rocce e la datazione del pigmento rosso è di 10.800 anni, mentre quella color giallo risale a circa 3200 anni fa. «Stiamo spedendo i reperti in Francia per un esame più approfondito», rivela la studiosa.
È la prima volta che vengono ritrovati i colori dei dipinti preistorici. Sino ad ora i colori sono stati analizzati direttamente sulle pitture e il quantitativo prelevato non doveva pregiudicare il dipinto originale.

La scoperta di una «tavolozza rupestre» permetterà di approfondire i componenti e di confrontarli con le pitture d’altri siti europei (Chauvet, Lascaux, Altamira e Sahara). La dimensione dei «pani» permette infatti una migliore analisi quantitativa dei residui organici, in parte perduti rispetto alle pitture rupestri esposte agli agenti atmosferici. Ricordiamo che le pitture brasiliane sono all’aperto sulle rocce e non nelle grotte.
La direttrice racconta che tra il 1963 e il 1970 ricercatori francesi e brasiliani hanno scoperto le vestigia millenarie e i graffiti. Nel 1979 il governo brasiliano ha creato il Parco nazionale della Serra da Capivara.

Per il particolare valore culturale della scoperta nel 1991 tali siti sono stati dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Grazie a tanti anni di ricerche in questa regione si può ricostruire la preistoria del continente. In questo luogo ci sono le più antiche testimonianze degli abitanti delle Americhe, a riprova che i primi esseri umani si insediarono in Sudamerica molto prima di quanto si pensasse.

 


Fonte: Avvenire 15/12/2006
Autore: Filippo Senatore
Cronologia: Preistoria

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