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AUSTRALIA: L’Australia reclama le ossa degli aborigeni.

Alcuni scienziati si oppongono per proseguire gli studi.

Gli aborigeni australiani hanno accolto con favore la decisione del parlamento britannico di insediare una commissione per discutere la questione del rimpatrio dei resti umani che si trovano nei musei. Ma al tempo stesso, ritengono necessarie anche ampie indagini per scoprire come le istituzioni sono venute in primo luogo in possesso delle ossa.”Gli scheletri rubati – ha affermato Rodney Dillon, presidente della Aboriginal and Torres Strait Islander Commission (Atsic) in Australia – devono essere rimpatriati immediatamente. Poi ci dovranno dire chiaramente da dove provengono: il fatto che siano stati acquistati non significa che non sono stati rubati”.

I curatori dei musei sono da tempo fatti oggetto di pressioni perché riconsegnino le vecchie ossa, affinché vengano sepolte nelle loro patrie tribali. Ma molti scienziati si oppongono, in quanto gli esemplari sono ancora oggetto di studio, e sostengono che la ricerca può fornire informazioni inestimabili sull’origine dell’uomo, la sua evoluzione, e sullo sviluppo e la diffusione delle malattie.

In Australia e negli Stati Uniti, dove i resti delle popolazioni indigene sono stati distrutti, gli scienziati locali devono viaggiare fino in Europa per studiare i loro antenati. Ma molti gruppi indigeni ritengono che queste collezioni costituiscono un affronto ai propri costumi e affermano che gran parte del materiale è stato rubato dagli esploratori coloniali.

Fra i resti custoditi al Museo di Storia Naturale di Londra ci sono i teschi e le ossa delle gambe di due aborigeni cacciati e uccisi da una spedizione di bianchi nel 1900. “Il fatto che la nostra gente e i loro spiriti siano imprigionati a Londra ci rende molto tristi, – ha dichiarato Dillon – I musei non sono cimiteri”.

Fonte: Le Scienze on line 13/11/03
Cronologia: Preistoria

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