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ROMANIA. Scoperta un’impronta di 36 mila anni fa che potrebbe riscrivere la storia umana.

Una serie di impronte trovate nella Grotta di Ciur-Izbuc sui Carpazi, Romania, potrebbero rappresentare le più antiche tracce di uomo moderno mai trovate in Europa, e forse nel mondo. Secondo gli scienziati, le impronte risalgono a più di 36 mila anni fa, e appartenute ad un gruppo familiare rifugiatosi nella grotta. La Transilvania non è diventata famosa solo per la leggenda immortale del Conte Dracula e il suo ambiente quasi spettrale.
Si tratta di una regione ricca di storia, nella quale si sono combattute molte battaglie.
Inoltre, nella sua storia millenaria, il territorio della Transilvania è appartenuto ad una grande varietà di imperi e stati, tra cui i Celti, gli Sciti, il Regno di Dacia e l’Impero Romano.
Oltre ad essere uno degli scenari privilegiati della storia dell’umanità, in tempi più recenti la Transilvania ha offerto alcuni reperti che potrebbero contribuire a cambiare la comprensione sul nostro passato.
Una serie di impronte sono state rinvenute nella Grotta di Ciur-Izbuc, sui monti Carpazi, che secondo i ricercatori potrebbero rappresentare la più antica testimonianza di tracce di uomo moderno in Europa, e forse nel mondo.
Nel 1965, nella Grotta di Ciur-Izbuc furono rinvenute circa 400 impronte umane. Inizialmente, gli scienziati attribuirono le orme ad una famiglia di uomini moderni vissuta tra i 10 mila e i 15 mila anni fa.
Ma, come riporta Science News, la datazione al radiocarbonio di alcuni frammenti ossei di un orso delle caverne trovate sotto un’impronta rivela che queste tracce in realtà risalgono almeno a 36, 5 mila anni fa.
I risultati dello studio delle 51 impronte rimaste (il passaggio di speleologi e turisti ha distrutto tutte le altre) sono stati pubblicati il 7 luglio scorso dal dottor David Webb, antropologo presso l’Università della Pennsylvania, sulla rivista American Journal of Physical Anthropology.
Le analisi delle impronte suggeriscono che sei o sette persone, tra cui almeno un bambino, entrarono nella grotta dopo che un diluvio aveva rivestito il pavimento di fango sabbioso. “L’età delle orme è calcolata in associazione con le ossa dell’orso delle caverne, e con la convinzione che gli orsi delle caverne si sia estinto verso la fine dell’ultima era glaciale”, scrivono i ricercatori.
Dunque, quelle di Ciur-Izbuc potrebbero essere le orme di uomo moderno più antiche d’Europa, e forse del mondo. In una conferenza del 2011, un gruppo di scienziati annunciò di aver trovato presso il sito di Engare Sero, in Tanzania, orme di Homo Sapiens antiche di 120 mila anni.
Se le conclusioni sulle impronte di Engare Sero fossero corrette, vuol dire che sarebbero queste le impronte di Sapiens più antiche del mondo. Tuttavia, i risultati non sono stati ancora pubblicati, facendo ritenere a Webb che i colleghi possano aver avuto un problema di datazione o di autenticità.
All’inizio di quest’anno, invece, una squadra di ricercatori di vari istituti di ricerca ha scoperto in Inghilterra una serie di orme appartenute ai nostri antenati più antichi, databili a circa 800 mila anni fa.
La scoperta di Ciur-Izbuc, insieme a molte altri sorprendenti ritrovamenti antichi, mostra ancora una volta quanto poco sappiamo sulle nostre antiche origini e sulla storia del nostro pianeta.

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it, 31 luglio 2014

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