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ROMA. Nasce il Parco Archeologico del Colosseo.

Istituzione del Parco Archeologico per la tutela e la valorizzazione del Palatino, Foro Romano, Domus Aurea e Colosseo. Direttore selezionato con bando internazionale. Razionalizzazione e certezza delle risorse: il 30% delle entrate della biglietteria andrà alla tutela del patrimonio culturale di Roma – Il 20% sarà utilizzato per il sostegno del sistema museale italiano. Un passo in più verso la gestione integrata dei Fori con il Comune di Roma. Una sola Soprintendenza Statale per la tutela nella città di Roma.

Questi in sintesi i temi all’ordine del giorno della conferenza stampa convocata ieri nel Salone del Mibact al Collegio Romano che si leggevano su un grande schermo accanto all’immagine del Colosseo, come sempre al centro dell’attenzione. Il Ministro Dario Franceschini entra subito in argomento ricordando l’applicazione di una norma della legge di stabilità che indica il termine perentorio del 31 gennaio per la riorganizzazione delle due Soprintendenze speciali di Roma e Pompei. L’ultimo atto di una riforma fatta per passaggi graduali, dice il Ministro, che ora coerentemente si volge a Roma, “rimasta un po’ indietro”, nel rispetto della distinzione fra tutela e valorizzazione. L’incontro riguarda anche Pompei, ma solo perché avendo già perso la tutela riguardo ad alcuni siti attorno, muta la denominazione, non più Soprintendenza ma Parco Archeologico di Pompei, che sarà guidato da un nuovo direttore nominato con bando internazionale (rimane fino alla scadenza del mandato l’attuale soprintendente Massimo Osanna). E qui non manca da parte del Ministro una precisazione terminologica con un richiamo specifico all’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio che definisce parchi archeologici “attrezzati come museo all’aperto” i siti di Pompei e del Colosseo. “Non una separazione ma una diversa gestione” che ha precedenti storici inconfutabili nella riforma Bottai del ’39 e tale rimase fino al ’68, ricorda il Ministro.

Roma per la sua complessità, per la ricchezza del suo patrimonio, per la concentrazione dei beni, per la varietà delle epoche storiche rappresentate, è unica al mondo. La Soprintendenza speciale era la sola ad avere mantenuto la tutela e la valorizzazione dei siti, mentre altrove le Soprintendenze si occupano di tutela e non di valorizzazione. Il percorso prevede il completamento della riforma con Roma che si allinea al resto d’Italia. E a questo proposito il Ministro richiama la divisione dell’area archeologica della città fra la Soprintendenza Statale e la Sovrintendenza Capitolina e l’accordo di valorizzazione firmato nel 2015 con l’allora sindaco Marino (che comprende anche i confini del Colle Oppio e del Circo Massimo) “attualmente fermo”.

Al Parco archeologico del Colosseo sono espressamente assegnati l’Anfiteatro Flavio, il Foro romano, il Palatino, la Domus Aurea e la Meta Sudans, nonché ogni altro monumento e immobile, ricompreso nell’area archeologica dell’Accordo, già di competenza della Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale. Viene stabilito inoltre che il direttore del nuovo Parco sarà il solo soggetto del Ministero ad essere competente su tutta l’ area e unico interlocutore con il Comune di Roma anche per i siti e gli immobili d’interesse culturale di proprietà del Comune. Un direttore di prima fascia, che sarà scelto mediante un’apposita procedura di selezione pubblica internazionale, come già è avvenuto per i 30 musei e siti di rilevante interesse nazionale, dagli Uffizi a Brera.

Quanto alle risorse è noto che con i biglietti d’ingresso del Colosseo (6 milioni e 400 mila visitai l’anno), venivano sostenuti molti degli interventi a favore dell’archeologia romana in base alle necessità e alle richieste, affidando il giudizio al singolo Soprintendente. D’ora in poi non sarà più così. “Si è scelto – dice il Ministro – un percorso lineare, di garanzia. Il Parco archeologico continuerà a versare il 20% al fondo di solidarietà nazionale a favore dei piccoli musei, com’è ora. Il 30% degli incassi (corrispondenti a circa 11 milioni di euro l’anno) andrà direttamente alla Soprintendenza speciale per la tutela del patrimonio di Roma” (senza neanche passare per il Ministero, mentre il 50% rimarrà al Parco). Una percentuale superiore, dice il Ministro, a quanto storicamente si è investito fin qui. Cosa che dovrebbe consentire una maggiore valorizzazione del restante territorio di Roma. Da aggiungere poi i fondi ordinari.

All’istituzione del Parco archeologico del Colosseo si accompagna un’altra rivoluzione che investe la Soprintendenza speciale e l’area archeologica centrale, che mantiene comunque una sua specificità e autonomia contabile e di gestione su alcuni siti. Al cambio di nome “Soprintendenza speciale Archeologica, belle arti e paesaggio di Roma” (extra Mura Aureliane), si accompagna una serie di interventi di rilevante interesse. Anzitutto vengono ridisegnati i confini in modo da comprendere l’intero territorio del Comune di Roma, viene soppressa la Soprintendenza ordinaria (trasferendo strutture e personale a quella speciale), cosicché il Comune abbia un solo interlocutore, viene mantenuta l’autonomia speciale e riorganizzata in arie funzionali, assicurando il buon andamento grazie a un apposito meccanismo di finanziamento.

“I tempi di attuazione?” chiede qualcuno. “Entro 48 ore la firma del decreto – risponde Franceschini – poi avvieremo le procedure di selezione, nel frattempo ci sarà una gestione ad interim come sta avvenendo per altri musei”. Come per l’Appia Antica e Ostia Antica. Biglietto omnicomprensivo o differenziato, problemi di apertura per la Domus Aurea, progetto di ripristino del calpestio dell’arena del Colosseo (sempre valido), affollamento al Colosseo, fino a che punto? Tante domande.
“Il numero dei visitatori è uno degli elementi da considerare. C’è un numero massimo sostenibile, si può migliorare, ma è uno degli aspetti – precisa il Ministro – Servono studi, pubblicazioni, c’è da migliorare i servizi”. E ricorda che il Soprintendente Prosperetti sta lavorando per l’apertura nell’area di un ristorante in un edificio dell’Ottocento”. Perché i visitatori oggi vogliono qualcosa di diverso, servizi didattici, ma anche caffetteria, laboratori. Un esempio? Il modo particolare di Angela di presentare il Foro.

Autore: Laura Gigliotti

Fonte: www.quotidianoarte.it, 11 gen 2017

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