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ROMA. Abissi spiati dallo spazio, caccia ai tesori sommersi: archeologia marina rivoluzionata.

Uno screening via satellite dei fondali marini di Ischia e Baia per il monitoraggio di monumenti archeologici sommersi: è la mission del progetto Sar4Bat che adopera sensori radar per elaborare sia rappresentazioni grafiche di siti storici sottomarini, che mappe batimetriche dei fondali costieri con le relative caratteristiche topografiche. Una nuova sfida nell’ambito dell’archeologia marina, il programma è staro avviato grazie a un finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana per un costo di 900mila euro.
Il team di ricerca – guidato dall’azienda romana Kell, specializzata nello studio e nello sviluppo di algoritmi innovativi di elaborazione dei dati – è costituito anche dal Consorzio partenopeo Ali (Aerospace laboratory for innovative components), dall’azienda ischitana Lit Com (Technical documentation management) e dal gruppo Impianti e Sistemi del Dias, il Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Oggetto di studio del piano Sar4Bat per i prossimi due anni sono le aree marine di Baia nei Campi Flegrei e di Ischia: qui l’attenzione è puntata sul parco archeologico sommerso di Cartaromana – in corso di istituzione e dove è già iniziata un’articolata campagna di ricerca – e sul Museo archeologico di Lacco Ameno che racchiude tra le sue mura la storia dell’isola dalla preistoria all’età romana.
Numerose anche le testimonianze storiche custodite in uno scrigno sui fondali costieri di Pithecusa, la più antica colonia greca d’Occidente dell’VIII secolo a.C. Il monitoraggio degli studiosi è esteso inoltre al Parco archeologico sommerso di Baia, che conserva nel perimetro dell’area marina protetta la città di epoca imperiale discesa nei secoli sui fondali per il bradisismo che interessa la litoranea.
“Questo progetto – afferma in una nota l’ingegnere Francesco Punzo, responsabile Divisione, Ricerca e Sviluppo del Consorzio Ali – si inserisce nel filone dell’innovazione tecnologica e si affianca al programma Irene con il quale il consorzio Ali ha intrapreso un importante progetto industriale. Questo è finalizzato alla costruzione e al lancio di una piattaforma spaziale di rientro nella originale ed innovativa configurazione “umbrella like” o a ombrello, per l’osservazione della terra e finalizzata a specifici obiettivi tecnologici”.
Sar4Bat punta così a scoprire tesori monumentali ancora nascosti e delineare, attraverso l’utilizzo di dati satellitari di origine sar, ossia sensori radar ad apertura sintetica, mappe di siti archeologici sommersi e carte batimetriche dei fondali marini costieri.
“Il progetto intende per questo – continua l’ingegnere Punzo – esplorare un settore applicativo di particolare rilevanza qual è l’archeologia marina, specialmente in un paese ricco di patrimonio storico-culturale come il nostro, proponendo di utilizzare tale tecnica per la ricerca, l’individuazione e la caratterizzazione dei siti sommersi localizzati in prossimità delle coste”.

Autore: Patrizia Capuano

Fonte: Il Mattino, giugno 2012

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