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PALERMO. Il piombo romano inquinò anche la Groenlandia.

Provengono dalla regione di Cartagena, nel sudest della Spagna, i lingotti romani in piombo scoperti in Sicilia nell’estate 2006 nel mare antistante Capo Passero di Siracusa. E la loro produzione ad opera dei Romani risale agli anni intorno al 38 avanti Cristo.

«Le analisi epigrafiche e quelle isotopiche — dice l’archeologo della Soprintendenza del Mare della Sicilia Philippe Tisseyre – concordano nell’attribuzione. In piena guerra civile i Romani conducevano il commercio del piombo esteso all’intero mediterraneo».

«È sorprendente – dice il chimico del Cnr Mario Pagliaro, che ha condotto le analisi con i colleghi del Cnr di Venezia – che nella sola regione di Rio Tinto dal 150 al 50 avanti Cristo i Romani abbiano estratto talmente tanto minerale di piombo che il 70% del piombo che contaminò in quegli anni la Groenlandia deriva proprio da quelle produzioni che ora ritroviamo in Sicilia».
Nel marzo del 2007 la Soprintendenza del Mare della Sicilia ha chiesto al Cnr di Palermo di collaborare alla datazione isotopica dei lingotti; e ne ha anche chiesto l’assistenza nel mettere a punto un sistema di protezione dalla vegetazione marina delle telecamere sottomarine che altrimenti richiedono un intervento periodico continuo per rimuovere gli organismi che rapidamente vi attecchiscono.

«Ad agosto – aggiunge il responsabile tecnico degli impianti di telecontrollo degli itinerari subacquei della Soprintendenza del Mare, Pietro Selvaggio – abbiamo installato a Pantelleria, sul percorso archeologico subacqueo di Gadir, il sistema di monitoraggio protetto dall’agente antivegetativo messoci a disposizione del Cnr, e fino a dicembre non abbiamo riscontrato la crescita di alcuna vegetazione. Utilizzeremo perciò questo sistema di protezione privo di impatto ambientale, estendendone l’uso anche all’itinerario subacqueo di Cala Minnola a Levanzo».
La protezione antifouling utilizzata è una soluzione «sol-gel» messa a punto negli Stati Uniti da un Gruppo di ricerca americano che collabora da tempo con quello di Mario Pagliaro, entrambi fra i laboratori leader a livello internazionale nel campo dei materiali sol-gel.

«Adesso – continua Pagliaro – ci proponiamo di estendere l’uso del prodotto tanto in Sicilia che nel resto del Paese». L’inquinamento marino dovuto alle vernici antivegetative pone un problema ambientale su scala globale; e recentemente sono entrate in commercio una serie di prodotti a basso impatto ambientale. Il sistema «sol-gel» è particolarmente indicato per applicazioni rapide su piccola e media scala; è economico e richiede solo di essere rinnovato periodicamente.
«Siamo onorati – conclude Pagliaro – di poter collaborare con una Amministrazione pubblica formidabile come la Soprintendenza del Mare. E nel 2008 le metteremo a disposizione i nuovi film polimerici fotovoltaici per generare sulle barche e presso i loro siti l’energia elettrica necessaria a mandare avanti i macchinari».

Il 23 gennaio prossimo, infatti, il Cnr presenta a Bagheria il funzionamento di questi film fotovoltaici flessibili, leggeri e altamente resistenti e quindi facilmente utilizzabili nei contesti più diversi.


Fonte: Villaggio Globale 21/12/2007
Cronologia: Arch. Romana

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