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MELISSA (Kr). Un tempio ionico-dorico di età ellenistica a Torre Melissa.

A fine maggio 2007, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, grazie alla costante attività di monitoraggio del territorio, sono venuti a conoscenza del fatto che una società edile stava realizzando nella provincia di Crotone un complesso turistico-residenziale, gettando le fondamenta sui resti di una testimonianza della civiltà magnogreca, casualmente rinvenuta nel corso degli scavi di cantiere, rimuovendo decine di reperti archeologici rinvenuti.
Le conseguenti indagini, condotte verificando l’attività edilizia locale in corso, conducevano gli investigatori a restringere il campo d’azione alle imprese di alcune aree della provincia, che, con metodo, venivano sorvolate e fotografate, nell’intento di localizzare il sito.
crotone-il-tempio-ellenistico-occultato-nel-villaggio-turisticoIl 5 giugno 2007, in Torre Melissa (Crotone) durante uno dei servizi di controllo svolti in collaborazione con militari dell’Arma territoriale e con la cooperazione aerea del personale dell’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Crotone, sono stati individuati in un locale villaggio turistico oltre 50 reperti di varia natura (colonne, capitelli, mosaici e frammenti vari) risalenti al IV – III secolo A.C., che sono stati successivamente sottoposti a sequestro.
A seguito di ulteriori immediati servizi di osservazione e pedinamento, era infine possibile individuare l’area, nella quale insisteva il cantiere edile da cui provenivano i reperti. Sul posto i militari del Nucleo TPC di Cosenza, unitamente agli archeologi della Soprintendenza Archeologica della Calabria, rilevavano il sito archeologico, rinvenendovi anche frammenti di ceramica dipinta, e, nelle adiacenze, una discarica nella quale cospicuo materiale lapideo (anche di grandi dimensioni) era stato depositato dopo lo scavo, per essere successivamente utilizzato in altri contesti.
Due persone sono state segnalate in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per i reati di danneggiamento e illecito impossessamento di beni archeologici e per omessa segnalazione del rinvenimento, mentre il cantiere edile è stato sottoposto a sequestro, con l’immediato fermo dei lavori, che, se ulteriormente protratti, avrebbero causato la definitiva sottrazione del sito all’esame degli studiosi.
I primi accertamenti sul luogo hanno permesso agli archeologi di riconoscere una struttura templare probabilmente di tipo dorico-ionico “di eccezionale interesse storico-artistico”. Le dimensioni dello scavo, metri 50x20x3,5, fanno loro presupporre che la struttura in evidenza possa essere solo una parte di un più ampio sito archeologico, per l’esatta determinazione del quale dovranno essere compiuti specifici sondaggi.
La scoperta è stata giudicata estremamente importante, in ragione della rarità degli edifici conservati in epoca Brettea, soprattutto sacri.
Infatti, gli elementi rinvenuti (rocchi di colonna scanalata di tipo dorico, porzioni combacianti di grande base ionica di colonna scanalata, gruppo di blocchi squadrati di varie dimensioni, base angolare e capitello di lesena, due frammenti di fregio dorico a metope cieche e triglifi, frammenti di ceramica a vernice nera) fanno pensare a moduli riferibili ad un edificio monumentale, probabilmente una struttura templare, in cui a elementi stilistici di stile ionico si affiancano curiosamente elementi di tradizione dorica.

Fonte: MiBACT

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