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LUCCA. COME MUORE LA CULTURA IN ITALIA.

Come i funzionari degli Enti pubblici amministrano e tutelano il Patrimonio Culturale.
Un dettagliato e probante dossier è disponibile per portare tutto quanto all’attenzione della opinione pubblica e delle autorità competenti. La lista delle angherie subite dalla Pubblica Amministrazione è lunga.
scavo25IL CASO PIU’ ECLATANTE
La Sovrintendenza ai Beni Archeologici della Regione Toscana ha valutato 315 Euro (trecentoquindici) i resti archeologici delle opere murarie della Domus Romana del I° secolo a.C., portata alla luce nel 2010 in un palazzo storico al centro di Lucca, nella perizia eseguita il 15.01.2015 ai sensi dell’art.93 D.Lgs 42/2004.
Il fatto è più incredibile, se si tiene presente che per portare alla luce i resti valutati poi 315 euro, in data 31.03.2010 la Sovrintendenza scriveva alla Procura della Repubblica di Lucca per disporre “il massimo livello di attenzione per lo scavo in considerazione dell’importanza nodale per la storia di Lucca … di contesto eccezionale”. Con minaccia di “immediata sospensione”. Imponendo lavori che in oltre due anni sono costati centinaia di migliaia di euro alla committenza.
I resti della Domus, senza alcun contributo pubblico sono stati musealizzati e resi quotidianamente fruibili. Nel 2015 sono stati riconosciuti patrimonio dei Beni Culturali dello Stato.
La Sapienza di Roma descrive la Domus come caso studio unicum, esempio virtuoso da divulgare e imitare. Le attività culturali sono curate da Associazioni di volontariato. E’ meta di studiosi e visitatori di tutto il mondo, con note di elogio internazionali e di prestigio. La Domus Romana è raro esempio di recupero di resti archeologici su iniziativa privata.
Info:
Arch. Simona Velardi, direttore DOMUS ROMANA
www.domusromanalucca.itinfo@domusromanalucca.it – tel.0583.050060 – t.m.3924296336

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