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LATINA. Misteriosi cunicoli nell’Agro pontino.

È da quando, nel secolo scorso, si scoprì un complesso sistema di cunicoli a Roma che tale genere di opere cominciò ad essere studiato anche per la sua diffusione in campagna. Ovviamente ci si chiedeva quale fosse la ragione di tali scavi sotterranei urbani ed extraurbani, se rete di smaltimento fognario, se captazione di acque, se drenaggi per prosciugare terre basse, se opere di bonifica agraria.
Nella parte nord della provincia di Latina, mancando una rilevazione complessiva, si riteneva, caso per caso, che tali cunicoli fossero stati realizzati in funzione di un insediamento urbano o di una villa rustica romana soprastanti.
Anche per la datazione gli archeologi erano divisi tra un’attribuzione arcaica (VII-VII sec. a.C.) ed una più recente (IV-III sec. a.C.).
L’archeologa Stefania Gigli Quilici, che ha perlustrato e rilevato un’ampia zona compresa tra Velletri, Cori, Cisterna, Campo Verde e i Borghi Montello e Le Ferriere, ha tratto delle interessanti conclusioni. Innanzitutto ha attribuito tale complesso sotterraneo, in molti casi ancora praticabile, ad un unico momento storico, piuttosto che frantumare i singoli interventi fra chi, caso per caso e in epoche diverse, avesse avuto la necessità di realizzare tale rete, in funzione di usi diversi (acquedotto, cisterne, rete fognaria, etc.). Ha poi attribuito l’intervento ad un progetto di bonifica idraulico-abraria per rendere asciutte e quindi coltivabili tutte le vallette che per più mesi erano invece paludose. Un’operazione così a largo raggio era evidentemente possibile solo in momenti di stabilità politica, in cui i singoli proprietari, obbedendo ad una logica e ad un progetto unitario, potevano essere certi di aver investito grandi capitali per rendere coltivabili i vari fondi.
L’epoca evidentemente corrisponde alla fine del IV sec. a.C., quando cioè queste terre, finita la Guerra Latina, debellati i Volsci, furono direttamente investite da due fatti incisivi per il loro assetto: nel 338 a.C. l’invio di coloni e nel 312 l’apertura della via Appia.
Ed è proprio la Regina Viarum a fare da asse portante a tale operazione urbanistico-economica avendo rivalutato terre prima marginali. La sua apertura creò nuovi e più ampi mercati e con il maggior raggio di vendita potè forse anche suggerire cambiamenti di coltura, come pare con l’introduzione estensiva della vite. La rete di cunicoli, fino ad ora accertata, estesa per centinaia di chilometri, venne pertanto costruita da o per conto di coloni rassicurati dal sicuro possesso della terra e pertanto mirata ad avere futuri vantaggi di resa economica più che certi.
I cunicoli che sono alti più di due metri, larghi altrettanto, i più casi sottopassanti la via Appia, sono cadenzati da pozzi-sfiatatoi di risalita che permettono ancora in molti casi di incanalare l’acqua stagnante che così può defluire verso la rete idrica naturale.

Autore: Francesco Tetro

Fonte: Il Tempo, 15 marzo 2010

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